L’ex premier iracheno Nuri Al Maliki, è stato incriminato da una commissione d’inchiesta del Parlamento di Baghdad per la caduta nel 2014 di gran parte del Nord del Paese nelle mani dell’Isis, tra cui la città di Mossul, oggi roccaforte dello Stato Islamico.
Nel rapporto, che sarà inviato al procuratore generale dello Stato, Maliki e altri politici sono ritenuti responsabili di aver fomentato le tensioni con la minoranza sunnita, creando così quelle divisioni che avrebbero favorito l’avanzata delle forze del Califfato.
Intanto, lo Stato Islamico avrebbe arrestato un giovane giornalista di Mossul con l’accusa di collaborazione con i media stranieri. Si tratta di Yahya al Khatib, 27 anni, prelevato dalla sua abitazione giovedì 13 agosto. Lo ha reso noto l’Associazione per la libertà di stampa in Iraq che ha chiesto la liberazione del ragazzo e di altri 20 tra giornalisti e fotoreporter. In un solo anno l’Isis avrebbe già condannato a morte più di 15 reporter da quando ha preso il controllo dell’area settentrionale del Paese.