Dopo l’Iran anche la Turchia critica la decisione di issare la bandiera del Kurdistan a Kirkuk, città petrolifera dell’Iraq settentrionale in mano alle forze curde dal 2014 ma storicamente contesa tra arabi, curdi e turcomanni. “Togliete subito quelle bandiere – ha tuonato durante un comizio Recep Tayyip Erdogan – Lasciate lì solo la bandiera nazionale dell’Iraq. Altrimenti sarete costretti a fare un passo indietro dal punto a cui siamo giunti”.
In precedenza il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Bahram Qasemi, aveva detto che “issare a Kirkuk qualsiasi bandiera che non sia quella nazionale irachena è in contrasto con la Costituzione del Paese e farà montare la tensione”. Qasemi ha ricordato che “la posizione di principio dell’Iran è quella di sostenere l’integrità territoriale e la sovranità nazionale dell’Iraq”. Per il portavoce “tutte le parti dovrebbero essere impegnate al rispetto della Costituzione e contribuire a risolvere le dispute attraverso il dialogo e i mezzi legali”. Qasemi ha quindi rimarcato che la priorità del governo dell’Iraq resta “la lotta al terrorismo e la pulizia delle rimanenti terre dai terroristi Isis Takfiri ma le recenti posizioni assunte da alcuni gruppi iracheni potrebbero deviare parti di energia del governo e della nazione irachena dal sentiero della lotta contro il terrorismo e concentrarle su questioni politiche interne, che sono fonte di preoccupazione”.
La decisione di issare il vessillo curdo è stata, però, difesa dal Partito democratico del Kurdistan (Pdk) e dall’Unione Patriottica del Kurdistan (Upk) le due principali forze politiche curdo-irachene. Entrambe hanno respinto in maniera congiunta il comunicato diffuso dal governo federale e in cui si definiva incostituzionale la decisione delle formazioni curde di issare sui palazzi delle sedi istituzionali di Kirkuk la bandiera della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Nel contesto della “guerra al terrorismo” dell’Isis, nel 2014 le forze curde, già presenti a Kirkuk, avevano di fatto annesso al territorio controllato da Erbil i quartieri fino ad allora sotto il controllo di Baghdad.