Il difficile negoziato sul nucleare che ha visto coinvolti la Repubblica Islamica e il gruppo 5+1, è stato spiato nelle sue fasi più delicate. I sistemi informatici di tre grandi hotel dove si sono svolte le riunione dei leader di Teheran e delle potenze mondiali, sono stati infettati da un virus-spia riconducibile ad Israele.
A scoprirlo sarebbe stata una grande azienda di cyber-sicurezza che ha base a Mosca, la Kaspersky Lab, la quale si è resa conto a sua volta di essere finita nel mirino di misteriosi hacker. Non è la prima volta che si assiste a un tentativo da parte di Tel Aviv di controllare le trattative sul nucleare, già nei mesi scorso funzionari Usa avevano rivelato al Wall Street Journal, che Israele era riuscita a raccogliere informazioni e intercettazioni sui riservatissimi incontri tra l’Iran e gli altri Paesi coinvolti.
I ricercatori della Kaspersky, sebbene stiano approfondendo la questione, hanno dichiarato che attraverso il virus Doqu 2.0, gli israeliani hanno preso il controllo dei sistemi informatici e di fatto gli hacker erano in grado di usare i sistemi di sorveglianza per registrare conversazioni e video in varie zone degli hotel, anche negli ascensori, e, attraverso i sistemi wi-fi, erano anche in grado di sottrarre file da computer e telefoni cellulari.