Nelle ultime 24 ore, la coalizione anti Isis, guidata dagli Usa, ha intensificato i raid contro gli jihadisti in Siria e in Iraq. Attacchi aerei si sono registrati soprattutto su Kobane, la città curdo-siriana al confine con la Turchia, da oltre un mese sotto l’assedio dei miliziani sunniti. Raid anche in Iraq con l’aiuto di Francia e Gran Bretagna. Dal canto suo, l’Isis ha attaccato i curdi, secondo l’agenzia Rudaw citata dalla Cnn, per recuperare il terreno perduto, ma i pashmerga sono riusciti a resistere. Sono decine gli jihadisti morti in poche ore, uccisi dalle armi dei curdi e dai razzi sparati dai caccia della coalizione: pesanti le perdite subite dai combattenti dello Stato Islamico nella strategica città divenuta il simbolo della resistenza curda e dove da un mese si combatte strada per strada, casa per casa, con tecniche da guerriglia urbana.
Secondo un bollettino dell’ong Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), solo nelle ultime ore l’Isis, che combatterebbe ancora in circa metà della città, ha perso 31 miliziani, di cui 15 nei bombardamenti aerei alleati. E ieri il presidente Usa Barack Obama si è sentito telefonicamente con Erdogan, i due hanno convenuto che occorre “rafforzare la lotta contro l’Isis”. Al termine del dialogo, la Turchia ha dato ai combattenti peshmerga della regione autonoma del Kurdistan iracheno il via libera per transitare attraverso il territorio turco per recarsi a Kobane, rispondendo positivamente a una richiesta presentata dal presidente curdo Massoud Barzani.