In poche ore, Jakarta vista dall'alto si è trasformata. Le piogge torrenziali che si sono abbattute sulla capitale indonesiana hanno reso difficile la vita di tanti cittadini che hanno cercato riparo in luoghi più sicuri mentre, il primo giorno dell'anno, una mole spropositata di acqua invadeva le strade. Il bilancio stilato dal governatore Anies Baswedan in una conferenza stampa è terribile: 60mila residenti rimasti senza casa e temporaneamente evacuati. E così, il maltempo ha trasformato una le prime ore del 2020 in un'apocalisse per tanti indonesiani. Alle 16 (ora locale), sono cessate le precipitazioni: “ora si attende che l'acqua si ritiri” ha detto Baswedan.
In migliaia hanno perso tutto
Secondo l'Indonesia disaster mitigacion agency (BNPB), sono almeno 21 le persone morte nei nubifragi e nelle frane scaturitesi dalla pioggia sia a Jakarta che nei centri limitrofi. Stando alle prime informazioni fornite dal personale sanitario a Reuters, le morti maggiori sarebbero avvenute per ipotermia, un giovane invece sarebbe stato folgorato da un palo dell'elettricità caduto. La BNPB sta monitorando la situazione: come ha sottolineato il portavoce della BNPB, Agus Wibobo, si tratta di una situazione di estrema emergenza, come d'altronde mostrato dalle prime immagini del satellite. L'elettricità è saltata in centinaia di quartieri della capitale, che conta oltre 30 milioni di residenti.
Il precedente
Il Paese non è nuovo a tragedie di questo tipo. L'ultima inondazione fatale fu quella del 2007, nella quale morirono 50 persone soltanto nella capitale e la città si trasformò in un centro sommerso dai canali. Allora, come ora, le autorità stanno fronteggiando l'emergenza con tutti i mezzi disponibili: “Agite ora, guardate cosa sta accadendo, riportate la situazione alla normalità” è l'appello della gente comune, mentre è sempre più evidente la vulnerabilità di una megalopoli che non riesce a gestire l'emergenza maltempo.