Dalla Libia arrivano nuove voci sulla sorte di Saadi Gheddafi, terzogenito dell’ex colonnello, imputato per omicidio nella repressione della rivolta del 2011 in Libia. L’ex calciatore di Perugia, Udinese e Sampdoria, di cui si erano perse le notizie, è ancora nel carcere di Tripoli, dove è stato incontrato dai rappresentanti dell’Osservatorio per i diritti umani. “Ci ha detto che i suoi avvocati non erano presenti durante gli interrogatori dove, ha detto, è stato intimidito e minacciato insieme ad altri” riferisce l’organizzazione per i diritti umani. Il faccia a faccia risale al 15 settembre scorso nel carcere di al-Hadba, dove Gheddafi jr, 42 anni, ha parlato con Hrw senza la presenza di guardie.
Si tratta del primo incontro con l’organizzazione americana dalla sua estradizione dal Niger nel marzo del 2014. Tra le accuse nei suoi confronti anche quelle di aver ucciso un calciatore della squadra Al-Ittihad quando era a capo della Federazione libica di calcio. In Italia, Saadi ha un trascorso nei campionati di calcio di serie A e B.
Saadi Gheddafi ha quindi detto di essere stato tenuto “in isolamento nel carcere di Al-Hadba dal momento della sua estradizione, in una cella senza finestre e senza la possibilità di comunicare con altri detenuti”. Hrw ha quindi incontrato altri tre detenuti nel carcere, ovvero l’ex capo dell’intelligence militare Abdullah Senussi e due ex premier libici, Abuzeid Dorda e Al-Baghdadi Al-Mahmudi. A luglio i tre sono stati condannati a morte da un tribunale di Tripoli per il loro ruolo nella repressione della rivolta del 2011 contro il regime di Gheddafi. Il carcere di al-Hadba è controllato dalla milizia Alba della Libia che sostiene il governo islamico di Tripoli, non riconosciuto dalla comunità internazionale.