Terminato lo spoglio delle schede elettorali, la Tunisia annuncia ufficialmente il vincitore delle elezioni legislative: la maggioranza dei seggi, come già annunciato dai sondaggi nei giorni scorsi, va al partito laico Nidaa Tounes, che ha superato la coalizione rivale islamica Ennahdha. A Nidaa vanno 85 dei 217 seggi del Parlamento. A Ennahdha, invece, ne vanno 69. Il terzo partito è l’Unione patriottica libera dell’uomo d’affari Slim Riahi, a cui vanno 16 seggi. Ma per la stabilizzazione di quello che sarà il nuovo esecutivo ci sarà da aspettare: il portavoce del partito laico, Klibi, afferma infatti che per sciogliere il nodo delle alleanze di governo occorrerà attendere le presidenziali del 23 novembre.
La maggior parte dei cittadini tunisini ha vissuto questo turno elettorale con grande trepidazione: il timore di una possibile vittoria islamica era forte e già ai primi scrutini, due giorni fa, molti cittadini erano scesi in piazza a festeggiare gridando gli slogan contro Ennahdha.
La partecipazione al primo voto legislativo libero – solo nel 2011 i cittadini tunisini avevano potuto eleggere la costituente – non è stata tuttavia particolarmente massiccia: ha votato solo il 61,8% degli iscritti alle liste. Nel 2011 avevano votato 4,3 milioni e i dati di oggi, a tre anni di distanza, fanno emergere quella che ormai è una forma di disincanto e delusione per il processo di transizione.