Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Erevan, capitale dell'Armenia, raccogliendo così l'appello alla mobilitazione lanciato dal leader dell'opposizione, Nikol Pashinyan. La città risulta paralizzata: numerose le strade bloccate, compresa quella che conduce all'aeroporto.
Mobilitazione
L'appello alla campagna di disobbedienza è stato lanciato martedì da Pashinyan dopo che non è riuscito a farsi eleggere premier dal Parlamento dove gli sono mancati i voti del Partito repubblicano dell'ex primo ministro Serzh Sargsyan, che detiene la maggioranza dei seggi. A suo favore si sono espressi 45 deputati contro 55. “Continua una rivoluzione di amore e tolleranza“, ha dichiarato Pashinyan nella Piazza della Repubblica gremita di sostenitori, dopo aver ammonito i suoi avversari in Parlamento: “La forza politica che ha dichiarato guerra al suo stesso popolo ha distrutto se stessa”. “Nessuno potrà strappare la vittoria al popolo”, ha aggiunto dopo aver minacciato uno “tsunami politico” se i deputati non avessero votato per lui.
Il voto
Pashinyan era l'unico candidato ma questo non è bastato: la sua fazione ha solo 9 seggi. Gli avevano promesso il voto anche il gruppo d'opposizione Tsarukyan (31) e quello di Dashnaktsutyun (7). Il leader dello Yelk aveva lanciato duri avvertimenti se i deputati della maggioranza non lo avessero sostenuto. “Voglio avvertirvi, l'interpretazione scorretta della clemenza popolare come debolezza potrebbe portare a un vero tsunami politico”. Proprio la pressione popolare aveva costretto alle dimissioni lo storico leader Serzh Sargsyan, e Pashinyan si era proposto come l'unico in grado di debellare corruzione e povertà e condurre elezioni libere ed eque.