Evoca la legge marziale, ma per il presidente del Guatemala, Jimmy Morales, lo stadio d'assedio imposto in cinque dipartimenti del Paese è l'unica soluzione per fermare l'emorragia di omicidi che ha coinvolto alcuni agenti militari. A riferirlo è il quotidiano guatemalteco El Periódico, che riporta l'esito positivo della votazione del Parlamento di Città del Guatemala, con 88 voti a favore su un totale di 160.
Il lato oscuro del narcotraffico
Mai la lotta al narcotraffico è stata così dura nel Paese. Lo stadio d'assedio prevede la disposizione di contingenti militari nelle provincie di Izabal, Alta Verapaz, Baja Verapaz, Zacapa e El Progreso e durerà 30 giorni. Nelle aree “sensibili”, il traffico illegale di droga ha assunto negli anni contorni sempre più drammatici e lo stato di emergenza che, di fatto, la disposizione parlamentare mette in atto è l'ultima carta del governo Morales che fermare la criminalità. Non è, infatti, bastato l'utilizzo di truppe dell'esercito nell'area: i tre militari facenti parte delle Forze armate sono stati, infatti, uccisi mentre erano sulle tracce di un volo illegale diretto verso le coste occidentali del Paese. Il traffico aereo come strumento nelle mani dei trafficanti è, difatti, l'aspetto più manifesto di una criminalità capillare. Lo stesso presidente Morales ha infatti denunciato la “asimmetria” fra la società e lo spaccio di droga, che spesso avviene con la connivenza di tanti civili. Come documenta l'organizzazione internazionale The International Crisis Group, spesso nel narcotraffico vengono coinvolti anche bambini, ritenuti meno sospetti dall'autorità: “Forse ora si può capire la necessità di dotare il nostro esercito di attrezzature per proteggere il nostro spazio aereo, le nostre acque territoriali e il nostro territorio continentale” ha detto Morales, chiedendo “a tutte le istituzioni, alla stessa popolazione che cooperino e collaborino con le attività delle nostre forze di sicurezza”.
La conferenza stampa del presidente del Guatemala, Jimmy Morales – Video © EuroNews