La Germania è terra di conquista per i clan calabresi. Sono tra 800 e 1000 i membri della ndrangheta presenti ed operanti in Germania. A censire gli appartenenti ai clan della criminalità organizzata è stato il governo tedesco in una risposta ad una interrogazione presentata al Bundestag dal gruppo parlamentare dei Verdi. La ndrangheta sarebbe il gruppo criminale italiano più numeroso in Germania. Cosa Nostra siciliana sarebbe “rappresentata” nel Paese con 123 membri. Inoltre ci sono le diramazioni della camorra dalla Campania con 94 membri e i clan della sacra corona unita, che in Germania hanno 18 esponenti. Secondo il governo tedesco, si presume che nel Paese ci siano tra 18 e 20 basi attive della organizzazione criminale calabrese. I servizi di sicurezza tedeschi avrebbero al momento individuato con certezza solo 344 presunti affiliati alla mafia calabrese, per cui “bisogna riconoscere che ci sono almeno tre volte il numero di membri in basi locali in Germania», ha detto Irene Mihalic, portavoce dei Verdi per la politica interna «Questo è un enorme rischio per la sicurezza del Paese rispetto a cui bisogna ravvivare l'attenzione delle Istituzioni”.
La dimensione europea
La mafia italiana, spiega il governo tedesco, ha “un alto grado di organizzazione e di professionalità” rispetto agli altro gruppi criminali presenti nel Paese. Per nascondersi ha ultimamente rinunciato a compiere azioni violente e concentrano la loro attività sull'influenza di esponenti del mondo politico ed economico. “La mafia, la ndrangheta si infiltrano come acqua negli apparati pubblici se trovano crepe al loro avanzare”, ha detto nei giorni scorsi il direttore nazionale della Dia, generale Giuseppe Governale, incontrando gli studenti dell'Università di Reggio Calabria: “Qui, ma nelle università in generale – ha proseguito Governale – maturano le nuove classi dirigenti del Paese, e non soltanto come tecnici, come specialisti di un settore, ma anche come cittadini a cui è demandato il compito di tutelare gli interessi generali, di tutti, per far crescere ordinatamente il Paese”. E ha aggiunto: ”Molti di quelli che sono oggi qui – ha detto ancora Governale – saranno impegnati come dipendenti della Pubblica amministrazione, e a loro toccherà di vigilare sempre, di ponderare le loro decisioni, perché le mafie non sempre usano la violenza, ma blandiscono, corrompendo un pubblico funzionario per il loro interesse legandolo per sempre ai loro obiettivi criminali”. E la dimensione europea dell’emergenza è sempre più connaturata agli attuali clan della criminalità organizzata. “La lotta per la legalità contro tutte le mafie deve rimanere il faro guida dell'azione politica senza illuderci che sia un problema confinato al nostro meridione ma una piaga che affligge l'Europa intera, dalla Germania al Regno Unito- ha sottolineato Massimo Ungaro, deputato del Pd-. Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e quindi storico: ha avuto un inizio e quindi può avere una fine. Dipende dalla volontà politica di tutti, dal popolo alle istituzioni”.