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In Colombia il dialogo è una strada in salita

Il movimento delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) cambia nome. Lo ha annunciato l'ex-comandante, Ivan Marquez il quale, in una lettera aperta, ha menzionato nuovo potere al posto di nuova guerriglia: “Solo un governo alternativo può aprire la strada a uno scenario di convivenza” ha affermato l'ex-leader armato, sancendo, nei fatti, un maggiore impegno nel dialogo fra le parti, che impedisca un ritorno alle armi. 

Mezzo secolo di violenze

Dopo cinquant'anni di guerra civile, il 24 novembre 2016 il governo di Juan Manuel Santos e le Farc hanno firmato un accordo per porre fine a un conflitto che aveva dilaniato la Colombia, facendo della foresta tropicale un luogo di imboscate. Negli anni, fra civili, militari e rivoluzionari si contano circa 260.000 vittime – di cui più della metà civili. Le parti belligeranti hanno trasformato il Paese in un'area densamente costellata di mine, innervando, da ambedue le parti, violenza: si calcolano almeno un migliaio di violenze sessuali e, stando a quanto riporta il settimanale L'Internazionale, almeno sette milioni sono stati costretti a lasciare la loro casa. La storia di questo cinquantennio è stata caratterizzata da frequenti rivendicazioni, mentre si alternavano comandanti, che inevitabilmente cadevano sotto il fuoco dell'esercito, e s'inaspriva la criminalità, dal momento che il narcotraffico rappresentava la maggiore fonte di finanziamento per le guerriglie armate.

Prove di pace

Un vero cambio di marcia si è avunto nel 2010, quando Juan Manuel Santos, fresco di mandato presidenziale, avvia una trattativa segreta con la guerriglia che aveva basi nella foresta colombiana. Il processo di pace ha attraversato diverse fasi difficili: l'uccisone del leader delle Farc, Alfonso Cano, da parte del militare Rodrigo Londoño, noto col nome Timochenko, ha rappresentato una battuta d'arresto dei negoziati, inaugurati in seguito a Cuba nel 2012. Sembrava che l'accordo fosse già stato raggiunto quando, nel settembre 2015, le due parti annunciarono un “nuovo inizio” entro il 23 marzo 2016: una data che sfumò per essere dilazionata al 24 novembre 2016, quando le due parti belligeranti firmarono il cessate il fuoco, la consegna delle armi e il reintegro degli ex-guerriglieri nella società civile.

Metamorfosi politica

Da ex-gruppo dissidente, le Farc iniziarono, così, la loro trasformazione in partito politico. La storia delle Farc non è, tuttavia, terminata, né si riesce a considerare la firma dei negoziati come terminus post quem iniziare un processo senza recriminazioni. Gli stessi ex-guerriglieri, due giorni fa hanno, infatti, espresso riserve sul processo di pace, annunciando il riarmo “perché la storia dei tradimenti subiti non lascia alternative”. Il governo ha prontamente risposto che le azioni condotte dai militari sono volte all'arresto dei narcotrafficanti, sbaragliando la strada qualsiasi resistenza. La via del dialogo, in Colombia, è ancora in salita.

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