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In America torna l'incubo recessione

Allarme recessione negli Stati Uniti? Per ora è un timore più che fondato, secondo il quotidiano statunitense The New York Times. Stando a quanto riportato da alcuni economisti del Paese, a Washington un team creato ad hoc sta approntando vari strumenti per sostenere l'economia a stelle e strisce ed impedire che cada in una nuova recessione. La paura è che all'orizzonte si profili uno spettro non tanto dissimile da quello del 2009. Già lunedì, il quotidiano The Washington Post ha reso note le misure che il governo Trump starebbe adottando, ma il presidente Usa continua a sostenere che l'economia del Paese è più forte di prima. 

Un'equipe di lavoro 

The New York Times ha riportato le dichiarazioni di alcuni funzionari. Per una parte di loro, i provvedimenti sarebbero delle strategie nero su bianco che non coincidono con un'imminente recessione. Al contrario, molti esperti di economia sostengono che il rapporto su cui starebbe lavorando un'equipe dell'amministrazione Trump è stato stilato nell'eventualei di un'imminente recessione. Per il quotidiano, sono due i provvedimenti chiave che scatterebbero: la riduzione delle imposte sui salari e lo stop di alcune tariffe tra i provvedimenti che in futuro potrebbero essere varati.

L'ottimismo di Trump

Il presidente Usa, Donald Trump, continua a ripetere che “l'economia sta andando molto bene“. Nei giorni scorsi gli hanno fatto eco alcuni funzionari per i quali le misure economiche sono solo “ipotetiche” e non il segno di un'operazione urgente. Per costoro è, altresì, improbabile che il presidente Usa possa rivedere i dazi che ha imposto alla Cina, dato che ha dichiarato vittoriosamente come le misure stiano “danneggiando la Cina e non i consumatori americani”. Intervistato dai giornalisti che gli hanno chiesto se la Casa Bianca sta valutando una nuova recessione all'orizzone, Trump ha risposto: “Con tutta sincerità, sono pronto a tutto. Non penso avremo una recessione. Stiamo andando veramente bene. I nostri consumatori sono ricchi, abbiamo operato una notevole riduzione delle tasse [1,5 trilioni di dollari soltanto nel 2017, ndr] e si stanno arricchendo”. 

La debolezza della Fed

La Banca centrale degli Stati Uniti, la Fed, due settimane fa ha abbassato i tassi di interesse di venticinque punti base. Quest'operazione ha confermato la debolezza dell'economia statunitense, sebbene il presidenten Usa abbia accusato il governatore Jerome Powell di “mancanza di visione”. Il taglio operato dalla Banca centrale non è riuscito a “sgonfiare il dollaro” che, al contrario, è tornato a rafforzarsi contro le principali valute internazionali. Per questo, il presidente ha chiesto, senza troppe remore, che la “Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di un altro 1% e che servirebbe anche un giro di quantitative easing“. 

Scenario “recessione”

In caso di recessione, gli economisti pensano che la prima mossa sarà un'ulteriore riduzione delle tasse sui salari dei lavoratori. Per l'amministrazione Trump, la misura rappresenterebbe l'unico modo per iniettare denaro nell'economia statunitense. Una misura analoga era già stata messa in piedi dal governo del presidente Barack Obama nel 2011 e 2012, qualche anno dopo la violenta recessione del 2009. Anche il . Nel caso di un taglio sull'imposta ai salari, questo richiederebbe comunque l'approvazione del Congresso. Un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che sul tavolo ci sono altri tagli alle tasse, “ma tagliare le tasse sui salari non è qualcosa che è attualmente in esame.” Ridurre le tasse sui salari sarebbe un tentativo di rafforzare ulteriormente la spesa per consumi. Non ci resta che attendere.

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