Dalle parole ai fatti il passo è stato decisamente breve. Da un primo novero di ipotesi, la prospettiva di un impeachment per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, finisce ora sul tavolo di chi, dietro richiesta dei democratici, ha il compito di far chiarezza sul giallo della telefonata fra il Tycoon il presidente ucraino Zelenskij, nella quale avrebbe chiesto a Kiev di investigare su Joe Biden, candidato dem, e suo figlio Hunter allo scopo presunto di rallentarne la corsa nell'ambito delle primarie presidenziali. Un'accusa da dimostrare, naturlamente, sufficiente però ad alimentare la prima grossa polemica sulla tornata elettorale del 2020, anche considerato che la richiesta è partita da Nancy Pelosi, dem e speaker della Camera, che ha infine ceduto alle richieste dei suoi e avviato un'inchiesta formale di impeachment nei confronti del presidente in carica.
Pro e contro
La risoluzione della speaker ha incontrato il parere positivo dei democratici (anche se, come rilevato da Aixos in un'ipotesi di conteggio, non in numero sufficiente a garantire un voto per l'impeachment, che ne richiede 218) e aperto una nuova pagina nell'infinta querelle delle presunte interferenze straniere nelle recenti votazioni degli americani: “Le azioni del presidente hanno violato la Costituzione. Nessuno è al di sopra della legge”, ha detto Nancy Pelosi. Parole dure che, però, si scontrano con una reticenza da parte sua a percorrere la strada della messa in stato di accusa che, finora, l'aveva spinta a frenare l'irruenza dei colleghi di partito, al fine di non favorire indirettamente il Tycoon nella ventura campagna elettorale.
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La reazione
Proprio quello che avverrà, invece, secondo il presidente che, addirittura, avrebbe autorizzato la diffusione della telefonata: “Sarà un aiuto per la campagna elettorale. Un giorno di successi all'Onu è stato rovinato dalla spazzatura dei dem. È una caccia alle streghe”. Commento affidato a un tweet ma che rispecchia quanto affermato nel suo discorso all'Onu di qualche ora prima. In realtà, un concetto ribadito più volte in un breve lasso di tempo, anche via Twitter: “Vedrete che si tratta di una conversazione amichevole e completamente appropriata. Nessuna pressione e, al contrario di Joe Biden e di suo figlio, nessun qui pro quo. Questo non è altro che la continuazione della maggiore e più distruttiva caccia alle streghe di tutti i tempi”.