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Impeachment per Trump, ora c'è l'inchiesta

La più grande caccia alle streghe della storia americana”: la definisce così Donald Trump la decisione della Camera dei rappresentanti che, dopo l'approvazione della risoluzione che formalizza gli step che costituiranno l'inchiesta per l'impeachment dello stesso presidente. In sostanza, la Camera fa le prove generali per un'eventuale messa in stato d'accusa, pur restando questo un voto procedurale, dato che a votare è stata l'intera aula e che, senza i repubblicani, il connsenso è stato abbastanza netto, con 232 voti favorevoli e 196 contrari. Si tratta del penultimo passaggio, in quanto precede quella che sarà la vera e propria votazione sull'impeachment presidenziale, che avverrà al termine delle valutazioni che aspetteranno la commissione d'ora in avanti.

Il caso

L'ipotesi d'impeachment, ora più concreta rispetto a qualche settimana fa, riguardava l'ormai nota vicenda dell'indagine su Joe Biden, o meglio, su suo figlio Hunter e sull'azienda ucraina per cui lavorava, che il presidente avrebbe chiesto al suo corrispettivo ucraino, Volodymyr Zelenskij, di riaprire e farvi luce, in cambio di supporti soprattutto a livello militare. Una richiesta frutto di una conversazione telefonica ma informazioni fatte filtrare da una talpa appartenente alla Cia, che resta tuttora sotto anonimato e nell'ambito di un programma di protezione, mentre sei commissioni parlamentari sono state svolte per appurare se davvero Trump abbia esercitato pressioni sul governo ucraino affinché conducesse questa indagine per lui. Ora, con il Kievgate ancora sotto la lente e la campagna elettorale vera e propria che incombe, Trump cerca di far quadrato limitandosi a etichettare la decisione della Camera (a guida democratica) l'ennesima caccia alle streghe nei suoi confronti. Un deterrente non da poco, specie se le discussioni dovessero andare avanti e si dovesse davvero a un via libera allo stato d'accusa che avrebbe del clamoroso, sia per la portata della faccenda così a ridosso delle elezioni sia per le pochissime volte in cui tale procedimento si è svolto (senza comunque mai andare in porto per ragioni diverse). Va detto che, al netto dei prossimi sviluppi, i dem hanno rispettato i tempi visto che il mandato era stato inviato alla commissione vigilanza della Camera nemmeno un mese fa, con l'obiettivo di arrivare all'impeachment formale entro novembre. Un passo che sembra poter rispettare il calendario.

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