A pochi giorni dalla scadenza del mandato di Yahya Jammeh altri tre ministri del Gambia hanno rassegnato le proprie dimissioni. Si tratta di Neneh MacDouall-Gaye (Esteri), Abdou Kolley (Finanze) e Abdou Jobe (Commercio).
Prima di loro avevano già lasciato il governo il ministro della Comunicazione, Sheriff Bojang (che ha deciso anche di espatriare), e quello dello Sport, Alieu Jammeh. Tutti sono stati immediatamente sostituiti dal presidente Jammeh.
La situazione politica nel Paese africano resta tesa dopo il rifiuto da parte del capo di Stato uscente di cedere il potere ad Adama Barrow, candidato dell’opposizione e vincitore delle ultime elezioni. Molti cittadini del Gambia hanno deciso di abbandonare il Paese per trasferirsi nel vicino Senegal, specie dopo che l’esercito ha assicurato il proprio sostegno a Jammeh in vista dell’insediamento di Barrow, previsto per il 19 gennaio.
Al momento la mediazione operata dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), che ha chiesto formalmente all’attuale presidente di lasciare, non ha prodotto alcun risultato. Dal 15 gennaio Barrow si è spostato a Dakar, su consiglio della presidente di Ecowas, Ellen Johnson Sirleaf. Il capo di Stato senegalese, Macky Sall, ha acconsentito alla richiesta di ospitare il presidente eletto sino al 19 gennaio, giorno dell’insediamento.
Nei giorni scorsi Jammeh ha fatto formale istanza alla Corte Suprema per ottenere l’annullamento delle elezioni svoltesi l’1 dicembre e l’indizione di una nuova consultazione. Ma la richiesta non è stata esaminata visto che le sessioni della massima autorità giudiziaria del Gambia si svolgono solo a novembre e a maggio.
In una telefonata in diretta tv intrattenuta con Sirleaf, Jammeh ha chiesto di operare un forcing sui magistrati affinché esaminino l’istanza presentata dal suo partito. Sirleaf ha assicurato che sul punto sentirà altri membri dell’organismo sovranazionale.