Migliaia di musulmani rohinga e bengalesi sono stati abbandonati senza acqua né cibo dai trafficanti di esseri umani e non sanno dove approdare dopo che giovedì 14 maggio la Malaysia ha respinto due barche cariche di migranti, mentre la Thailandia tiene una terza varca ferma con centinaia di poveretti a bordo. “Che cosa vi aspettate da noi? – ha detto il vice ministro dell’Interno malese, Wan Junaidi Jafaar all’Ap -. Noi siamo sempre stati molto accoglienti con le persone che si sono presentate alla frontiera. Le abbiamo trattate umanamente, ma non possono arrivare in massa sulle nostre coste. Noi dobbiamo far arrivare loro il messaggio che non sono i benvenuti”.
Intanto la situazione in mare è drammatica. Secondo la Bbc, a bordo i profughi si dissetano con la loro urina, l’equipaggio ha abbandonato l’imbarcazione e il motore è in avaria. Su una barca è stata issata una bandiera nera con su scritto “Siamo i Rohinga di Muanmar”. “Una decina di persone sono già morte durante il viaggio e abbiamo gettato i corpi in mare -, ha gridato uno dei migranti a un’imbarcazione vicina piena di giornalisti – siamo in mare da due mesi e vogliamo andare in Malaysia”.
Adesso sarebbero seimila i migranti in balia delle onde. Un’emergenza umanitaria che rischia di esplodere da un momento all’altro. Nonostante gli appelli delle Nazioni Unite e delle ong internazionali nessun governo della regione vuole farsi carico dei disperati. Il viceministro malese Wan Junaidi ha spiegato che mercoledì scorso le autorità hanno respinto un barcone con 550 persone dopo averlo rifornito di viveri. Lo stesso atteggiamento è stato adottato dalla Thailandia e Indonesia.