Doha sostiene di non essere sorpresa dalle indiscrezioni del Washington Post, secondo cui i servizi segreti Usa accusano gli Emirati arabi uniti di aver falsificato con un attacco di hacker le dichiarazioni a favore dell’Iran e di Hamas attribuite all’emiro del Qatar, origine della crisi tra Doha e Arabia Saudita, Egitto, Emirati e Bahrein. “L’avevamo immaginato – ha detto all’Ansa Issa M. Al-Mohannadi, ministro del Turismo del Qatar- perché quando erano uscite le dichiarazioni del nostro emiro eravamo tutti scioccati, e nonostante il nostro governo avesse subito detto che era tutto falso, i Paesi nostri vicini nonostante fosse mattina, molto presto erano già pronti in pochi minuti ad andare in onda con speciali tv di commento. Ci ha fatto capire che era tutto programmato”. Al-Mohannadi è ospite del Giffoni Film Festival, che da vari anni collabora con il Doha Film festival.
“Ora le notizie dal Washington Post confermano quella sensazione – ha aggiunto -. L’aspetto più triste del blocco delle frontiere da parte dei Paesi nostri vicini è l’influenza che sta avendo sulla vita delle persone. Ci sono famiglie che sono rimaste separate, perché molte sono composte da persone che vivono e lavorano in diversi Paesi dell’area. Ci sono molte storie tristi di bambini rimasti separati dal genitori. A parte ciò, stiamo gestendo la crisi al meglio. Sono comunque ottimista sul fatto che si trovi una soluzione molto presto”. Il cinema e i media stanno avendo un ruolo importante in questi giorni: “Molti ragazzi in Qatar stanno utilizzando anche dei brevi film per spiegare al resto del mondo ciò che sta accadendo nel Paese – ha raccontato – e questo ci rende molto orgogliosi“.