Cominciano a emergere particolari più precisi sull'incidente ferroviario di Seattle, costato la vita a 3 persone. L'esame della scatola nera collocata nel locomotore di coda del convoglio ha rivelato che il treno dell'Amatrak stava viaggiando a 130 chilometri orari in un tratto nel quale la velocità massima consentita era di 50 km/h.
Vittime
Intanto, come anticipato, le autorià americane hanno rivisto da sei a tre morti il bilancio dell'incidente ferroviario di ieri a DuPont, alle porte di Seattle, stato di Washington. Il capo dei vigili del fuoco, Larry Creekmore, ha aggiunto che i feriti ricoverati in ospedale sono 100. Il precedente bilancio parlava di sei morti, ma non è chiaro perché la cifra sia cambiata. Una fonte ha spiegato però all'Ap che la ricerca sulle 13 carrozze deragliate è stata completata.
L'incidente
Erano da poco passate le 7.40 del mattino quando la voce concitata di uno dei conducenti del treno ha lanciato l'allarme chiamando i soccorsi e spiegando subito che le carrozze del treno erano finite fuori dai binari, che alcune erano precipitate sulla strada: “Devo capire dove è finito il mio treno!“, ha gridato sgomento stando alla registrazione della telefonata. Subito è stato chiaro che l'incidente era grave: l'intera area è stata bloccata mentre si estraevano i passeggeri dal treno, con alcune persone rimaste bloccate fra le lamiere. Amtrak – la società ferroviaria che opera su quella linea – ha fatto sapere che a bordo del treno c'erano 78 passeggeri e cinque membri del personale di bordo, a fronte di una capacità totale di 250 passeggeri. Nell'occhio del ciclone è finita così la rete ferroviaria degli Usa, e più in generale lo stato delle infrastrutture nel Paese, le stesse che il presidente Donald Trump ha promesso di “aggiustare”. Dalla Casa Bianca l'ex tycoon non ha perso tempo e ha insistito sul suo preannunciato piano di ammodernamento delle infrastrutture: l'incidente “mostra più che mai perché il nostro piano che verrà presentato presto deve essere approvato rapidamente. Settemila miliardi spesi in Medio Oriente mentre le nostre strade, ponti, tunnel, ferrovie (e altro) si sgretolano! Non per molto ancora!”.