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Il primate anglicano Welby: “Insabbiati gli abusi sessuali di un ex vescovo”

La piaga degli abusi sessuali su minori e giovani fragili purtroppo non riguarda solo la Chiesa cattolica. La pubblicazione in Gran Bretagna del rapporto “Abuse of Faith” sta travolgendo la Chiesa anglicana e il primate, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha ammesso che in passato sono stati insabbiati casi di abusi da parte di un vescovo. Il prelato in questione è Peter Ball, ex vescovo di Lewes, condannato a 32 mesi carcere nell’ottobre del 2015 e rilasciato dopo 16 mesi di prigione nel febbraio scorso. Secondo quanto riporta l’edizione on line del “Guardian“, Welby, dopo la pubblicazione del rapporto, ha chiesto al suo predecessore, George Carey, arcivescovo di Canterbury dal 1991 al 2001, di dimettersi dalla carica di vescovo assistente onorario perché sarebbe stato a conoscenza degli abusi commessi da Ball e non avrebbe agito per fermarlo. Il primate anglicano avrebbe scritto a Carey chiedendogli di “considerare attentamente la sua posizione”. Nel frattempo, sempre secondo quanto riferito al quotidiano britannico dal vescovo di Oxford, Steven Croft, “ha accettato volontariamente di ritirarsi dal ministero pubblico”.

L’ex vescovo anglicano di Lewes e Gloucester, oggi 85enne, avrebbe abusato di 18 ragazzi e giovani adulti fragili tra i 17 e i 25 anni nel periodo tra il 1977 e il 1992. Dopo che Ball fu accusato per la prima volta nel 1993, Carey (ma anche altri personaggi pubblici) presero le sue difese. Nel 2012 fu avviata una nuova inchiesta che condusse alla condanna. Una delle vittime di Ball, Neil Todd, il primo a presentare le accuse di abuso, ha tentato il suicidio tre volte prima di uccidersi nel 2012.

L’inchiesta indipendente fu disposta da Welby e a guidarla è stata Moira Gibb, ex direttore esecutivo del consiglio di Camden. Nel rapporto, si legge che “la priorità di Ball è stata quella di proteggere e promuovere se stesso” e “ha diffamato l’abusato”. Non solo: “La Chiesa era collusa con lui, piuttosto che cercare di aiutare coloro che ha danneggiato o assicurandosi la sicurezza degli altri” giovani.

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