Il premier somalo ha annunciato che entro la fine dell’anno il gruppo estremista di al Shabab sarà sconfitto, mentre per affrontare le cause del sempre maggiore arruolamento dei giovani tra le file della jihad ci vorrà molto più tempo. Omar Abdirashid Ali Sharmarke teme anche che il numero di attentati possa aumentare a giugno, quando inizia il Ramadam, come già avvenuto negli ultimi anni. Il premier ha spiegato che la campagna militare condotta dai soldati somali e dell’Unione africana ha inferto pesanti sconfitte agli Shebab, i quali ora controllano solo il 20% del Paese. “Ci auguriamo che nei prossimi mesi sarà liberato tutto il paese – ha detto Sharmake – siamo davvero a un passo dalla vittoria militare”.
Una volta estirpata la piaga il premier intende rivitalizzare l’economia, stabilire uno Stato di diritto, e avviare politiche a favore dei giovani per scoraggiare la loro adesione a Shabab. A più di 20 anni dalla sconfitta dei signori della guerra la Somali sta faticosamente cercando di costruire un governo centrale forte. Con l’aiuto dell’Unione Africana Mogadiscio sta lottando contro il fondamentalismo islamico che resta una minaccia in tutta l’Africa orientale e dal 2014 ha colpito sempre con maggiore frequenza nel tentativo di rovesciare il governo.