L’emergenza migranti sembra non avere fine, ma l’Europa sembra ancora indecisa su come realmente fronteggiare una situazione che necessita interventi mirati al posto delle soluzioni temporanee messe in campo fino ad ora. Nel frattempo dalla Serbia arriva una notizia positiva. Infatti le autorità dello stato hanno deciso di prendersi la loro quota di responsabilità nella gestione della crisi dell’immigrazione anche se non è un paese dell’Ue, ma hanno anche chiesto a tutti gli Stati membri di trovare una soluzione esauriente al problema. A comunicarlo, tramite un tweet, è il comitato organizzatore del forum di Bled, a cui sta partecipando anche il premier serbo Aleksandar Vucic.
Secondo il capo del governo di Belgrado, l’Unione europea sta reagendo con troppa lentezza all’emergenza migranti, inoltre alcuni Paesi si starebbero comportando in maniera fin troppo egoistica, per questo “l’Europa ha impiegato così tanto tempo per reagire alla crisi”, ha dichiarato Vucic.
Inoltre il premier serbo ha duramente criticato tutti i governi degli Stati membri per essere rimasti in silenzio mentre l’Ungheria costruiva un muro al confine con la Serbia. “La Serbia si fronteggia coi muri, mentre è il primo Paese a registrare i migranti”, ha aggiunto Vucic.
Nei giorni scorsi i ministri degli Esteri di Serbia e Fyrom, Ivica Dacic e Nikola Poposki, hanno richiesto un intervento dell’Ue sulla crisi dei migranti. “Sinchè non ci sarà una risposta europea alla crisi non ci si può illudere di giungere a una soluzione”, ha detto Poposki. Le parole del ministro macedone hanno trovato un riscontro nelle dichiarazioni di Dacic, il quale ha specificato che serve un “piano d’azione” dell’Ue. La Commissione europea ha intanto stanziato altri 1,5 milioni di euro di aiuti umanitari per assistere i rifugiati e migranti in Serbia e Fyrom. I fondi sono destinati alla fornitura di beni di prima necessita e per il miglioramento dei centri di accoglienza.