Il flusso dei migranti diretti in Europa continua a crescere, e con questo le tragiche morte per mare, che alimentano il dibattito tra i Paesi dell’Unione. Un suggerimento, seppure discutibile, arriva dal premier australiano Tony Abbott, che ha invitato l’Ue a seguire il modello inaugurato dal suo governo per fermare l’arrivo dei barconi: “Abbiamo centinaia, forse migliaia di persone che annegano nel tentativo di arrivare dall’Africa all’Europa”, ha osservato il conservatore Abbott, “l’unico modo di fermare le morti è quello di fermare i barconi”.
L’Australia infatti non ammette per principio sul territorio alcun migrante che arrivi via mare in maniera clandestina. Questa è la politica di “stop the boats”, che con l’ausilio della Marina militare in 18 mesi ha praticamente azzerato gli sbarchi che prima erano quotidiani. Chiunque si avvicini alle coste o sia sorpreso a sbarcare viene rispedito inderogabilmente nel Paese di origine, oppure è deportato in campi attrezzati nella vicina Papua Nuova Guinea, separata dall’Australia dallo stretto di Torres, o a Nauru o in Cambogia, insomma in tutto i Paesi poveri della regione con cui l’Australia ha stretto accordi bilaterali.
Le organizzazioni per i diritti umani non portano certo avanti la bandiera della politica di Canberra, infatti secondo loro il paese viene meno ai suoi obblighi internazionali, in quanto vengono deportati anche coloro che avrebbero il titolo per ottenere l’asilo politico. “Dobbiamo risolvere questo terribile problema e l’unico modo per fermare le morti è quello di fermare i traffici di esseri umani”, ha dichiarato Abbott, “per questo è così urgente che i Paesi europei adottino politiche molto forti che metteranno fine ai traffici di esseri umani nel Mediterraneo”.