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Il Parlamento accetta le dimissioni di Morales

Il parlamento della Bolivia ha esaminato e approvato oggi a La Paz le lettere di dimissioni del presidente Evo Morales e del suo vice, Alvaro garcia Linera, presentate oltre due mesi fa. E' quanto ha riferito il portale di notizie Erbol. I testi delle due lettere sono stati letti da Olar Aguilar, durante la sessione parlamentare presieduta da Eva Copa, il segretario dell'organismo legislativo. Sì è reso così possibile un voto, previsto dalla Costituzione boliviana per questo tipo di situazione. 

Chi ha votato le dimissioni

L'approvazione per le dimissioni di Morales è stata votata dal Movimento al socialismo (Mas) di Morales che controlla i 2/3 dei seggi del Parlamento, senza non poche proteste dall'opposizione di minoranza che riteneva che il procedimento era “estemporaneo” dato che con l'insediamento della presidente ad interim Jeanine Anez, era già avvenuta una successione costituzionale. 

Un procedimento penale contro Morales?

Il voto parlamentare per l'accettazione delle dimissioni di Morales non è di secondaria importanza, perché potrebbe portare all'apertura di un procedimento penale contro Morales per le accuse di terrorismo e sedizione. La procura boliviana ha proceduto in novembre alla richiesta di incriminazione considernado che, presentando le sue dimissioni ed abbandonando il Paese, Morales ha di fatto perso l'incarico di presidente, permettendo nei suoi confronti l'attivazione di un procedimento giudiziario per via ordinaria. Tuttavia, la difesa dell'ex capo dello Stato ha sostenuto che non essendovi stata l'accettazione da parte del Parlamento della lettera di rinuncia quando avvennero gli atti oggetto di indagine, si potrebbe procedere nei suoi confronti solo con un giudizio speciale autorizzatto da un voto parlamentare come previsto nella Costituzione del Paese. se dovesse prevalere questa tesi, Morales potrebbe rientrare in Bolivia per partecipare alla campagna elettorale del Mas, senza il rischio di essere incarcerato preventivamente. La Corte costituzionale, nel frattempo, ha autorizzato l'estensione dei poteri sia della presidente ad interim Anez, sia del Parlamento controllato dal Mas, fino all'insediamento  dei nuovi organi frutto delle elezioni generali del 3 maggio. 

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