Il Natale è stato ufficialmente riconosciuto come festa in Iraq. Il governo di Baghdad ha, infatti, approvato un provvedimento che eleva quella del 25 dicembre – “in occasione della nascita di Gesù Cristo” – a ricorrenza da celebrare in tutto Paese.
Festa per tutti
Come conseguenza della misura adottata dal Consiglio dei ministri, dunque, il Natale diventa una festa per tutti gli iracheni, non solo per quelli di religione cristiana, com'è stato sino a oggi. “Buon Natale ai nostri cittadini cristiani, a tutti gli iracheni e a tutti coloro che celebrano in tutto il mondo”, si legge in un tweet dell'esecutivo.
Persecuzione
Prima dell'invasione dell'Iraq condotta dagli Stati Uniti nel 2003, c'erano circa 1,4 milioni di cristiani nel Paese. Tuttavia, il loro numero è sceso a 300.000 a causa della fuga di centinaia di migliaia di persone, vittime di violenze e attacchi da parte di diversi gruppi armati. L'ascesa dell'Isis ha fatto il resto: la comunità cristiana è entrata nel mirino delle milizie jihadiste, numerose sono state le uccisioni. Nel 2016 l'antica città cristiana irachena di Bartella ha celebrato il Natale per la prima volta in due anni dopo essere stato liberata dal Califfato.
L'albero
Louis Raphael Sako, capo della Chiesa cattolica caldea di Baghdad, nei giorni scorsi ha dichiarato all'Associated Press che i cristiani in Iraq rimangono emarginati. “I loro diritti sono stati violati, molte delle loro case e proprietà sono state invase e portate via da loro, inoltre sono stati esclusi dal lavoro”. Rasha al-Taie, cittadino di Baghdad, ha elogiato l'installazione di un albero di Natale nel parco di al-Zaura. E' segno, ha detto, di “amore, pace e solidarietà” tra musulmani e cristiani. “Noi, come musulmani, dichiariamo solidarietà con loro (cristiani), a Dio piacendo, tutti gli anni a venire saranno anni di gioia e pace per l'Iraq e tutta la sua diversità”.