Di fronte allo spettro dei dazi sull'export il governo messicano si sarebbe risolto a schierare curca 6mila soldati dellla Guardia Nazionale a presidio del confine meridionale.
Sicurezza garantita
Secondo quanto riportato dal Washington Post funzionari messicani avrebbero assicurato agli omologhi statunitensi che il dispiegamento porterà a un'immediata diminuzione dei migranti centroamericani diretti verso il territorio Usa. Il tutto avviene mentre il ministro degli Esteri, Marcelo Ebrard, continua a trattare con la Casa Bianca per scongiurare le tariffe annunciate da Donald Trump la scorsa settimana.
Lo schieramento
Se il Messico “non intraprenderà azioni volte a ridurre drasticamente o a eliminare il numero di stranieri che attraverso il suo territorio raggiungono gli Stati Uniti” aveva avvertito il tycoon, a partire dal 10 giugno scatteranno dazi del 5%, destinati ad aumentare fino al 25% entro il prossimo autunno. Città del Messico ha assicurato lo schieramento di 10 contingenti da 450 o 600 soldati entro settembre alla frontiera del Guatemala. Questa mossa quadruplicherebbe i 1.500 uomini che attualmente presidiano la zona. “Si tratta di un notevole e significativo impegno in termini di risorse – ha detto un funzionario americano al Post – rispetto a quanto hanno fatto in passato sul fronte della lotta al traffico di esseri umani“.
La riforma
Secondo il Messico il contingente farà calare il numero di arrivi a 60mila migranti al mese, cioè ai livelli dello scorso autunno. Ma il governo Usa ha fatto sapere che si riterrà soddisfatto solo quando gli arrivi scenderanno a meno di 20mila al mese, come accaduto nei primi mesi della presidenza Trump. I due Paesi poi, riporta sempre il Post, starebbero discutendo su un piano per la revisione delle norme in materia di asilo in tutta la regione. In base alla riforma i migranti centroamericani sarebbero obbligati a fare richiesta di protezione al primo Stato raggiunto dopo aver lasciato il proprio Paese. Ciò significa che gli Usa potranno trasferire i migranti guatemaltechi in Messico e quelli honduregni e salvadoregni in Guatemala.