Un attacco per “vendicare i fratelli morti in Siria”. Così Cherif Chekatt, il killer di Strasburgo, avrebbe definito l'attentato ai mercatini di Natale, costato la vita a due persone e che ha ridotto in fin di vita il giornalista italiano Antonio Megalizzi.
Terrorista
La rivelazione, riporta il quotidiano Le Parisien, sarebbe avvenuta durante la corsa in taxi successiva alla sparatoria. A riportarla l'autista, lasciato andare dal killer solo dopo esseri dichiarato “musulmano praticante e rispettoso della preghiera“. Parole che, se confermate, consoliderebbero la matrice terroristica dell'attacco, pur in assenza di una rivendicazione da parte dei principali gruppi jihadisti.
Caccia all'uomo
Chekatt, intanto, risulta ricercato anche in Germania, dove la polizia ha diffuso una sua foto nella serata di ieri. Il Berliner Zeitung ricorda che l'attentatore è stato imprigionato in passato nel Paese teutonico e potrebbe avere dei contatti utili per agevolarne la fuga. Gli inquirenti hanno reso noto che poco prima dell'attacco, Chekatt aveva ricevuto una chiamata da un numero tedesco a cui non aveva però risposto. Le ricerche si concentrano soprattutto nelle località nel sud, al confine con Strasburgo.
L'appello
In Francia la situazione resta tesa e il governo ha invitato alla “ragionevolezza” il movimento dei “gilet gialli”, invitandoli a non manifestare sabato. Allo stato attuale, ha spiegato il portavoce Benjamin Griveaux, l'esecutivo non ha deciso di vietare le manifestazioni programmate per sabato ma “sarebbe ragionevole, dopo l'attacco di Strasburgo, non manifestare“. “Ora che avete manifestato la vostra rabbia e siete stati ascoltati dal governo, che vi ha risposto – ha detto Griveaux – vi chiediamo senso di responsabilità, siate ragionevole e non andate a manifestare”.