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Il Giappone si arma

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Portaerei giapponesi saranno dispiegate in mare per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Questa una delle novità contenute nelle Linee guida per la difesa nazionale approvate oggi dal governo nipponico, preocuppato le attività militari cinesi nel Mare Cinese Orientale e nelle acque vicine e per la ricerca di una posizione dominante di Pechino nei settori dello spazio e della sicurezza informatica.

Corazzate

Le prime due corazzate saranno realizzate tramite l'ampliamento di due porta-elicotteri già in servizio, la Izumo e la Kaga, che potranno ospitare i caccia, in una mossa che è stata criticata da chi la ritiene non in linea con lo scopo puramente difensivo delle Forze di Auto-difesa giapponesi, nate dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. In base al piano per gli approvvigionamenti militari varato oggi, altri 45 caccia F-35 entreranno in forza nell'aeronautica nei prossimi cinque anni, oltre a 42 già ordinati, e il Giappone acquisterà anche due sistemi di difesa anti-missilstica Aegis e tre missili intercettori Raytheon Sm-3, per contrastare un eventuale ritorno della minaccia missilistica nord-coreana.

Spesa militare

A partire dal 2019, il Giappone spenderà complessivamente 27.500 miliardi di yen per gli armamenti (243 miliardi di dollari), con un aumento del 6,4% rispetto allo scorso piano quinquennale, per contrastare l'avanzata di Cina e Russia, anche se gli Stati Uniti, come riconoscono le Linee guida per la Difesa approvate oggi, rimangono la più grande potenza militare mondiale.

Sviluppo

“Abbiamo bisogno di sviluppare efficacemente la capacità di Difesa, piuttosto che semplicemente espandere quelle tradizionali“, è il messaggio contenuto nel documento, che ha già fatto storcere il naso a Pechino. La portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha espresso “forte insoddisfazione e opposizione” e ha annunciato una protesta formale.

Edith Driscoll: