Èpassato un mese dall'inizio delle proteste in Cile: ora il governo di Sebastián Piñera e l'opposizione hanno raggiunto l'accordo sull'istituzione di un referendum per una nuova Costituzione. Secondo quanto riferisce il quotidiano cileno La Tercera, nella giornata di ieri, al termine di una telefonata fra il presidente del Senato, Jaime Quintana, e il ministro degli Interni, Gonzalo Blumel, le forze politiche del Paese – fatta eccezione per il Partito Comunista – hanno annunciato l'intesa per sostituire la Magna Carta con una nuova Costituzione che garantisca la pace sociale.
Il “foglio bianco”
Il primo passo necessario è il ripristino dell'ordine pubblico per arrestare gli atti di protesta e vandalici che hanno danneggiato la città di Santiago del Chile, dove sono state messe fuori uso 80 stazioni della metro su 136 e distrutte svariate strutture pubbliche. Ma non solo. L'obiettivo primario del nuovo documento è garantire il rispetto dei diritti umani che, a detta di molti manifestanti, sono venuti a mancare negli atti di repressione da parte degli agenti. “Le parti che sottoscrivono questo accordo vengono a garantire il loro impegno per il ripristino della pace e dell'ordine pubblico in Cile e il pieno rispetto dei diritti umani e delle istituzioni democratiche in vigore” afferma il documento sottoscritto. “Questa è una notte storica per il Cile”, ha affermato Quintana, sottolineando che l'accordo mirava a una “soluzione pacifica e democratica alla crisi” e a una “vittoria per tutti i cittadini”. Nel frattempo, non cessano le proteste in tutto il paese ed è salito a 24 il bilancio delle morti durante le manifestazioni di piazza contro il governo. Martedì scorso è stata una delle giornate più violente: si sono registrati, infatti, un morto, 46 feriti e 325 arresti. Segno che il cammino del dialogo è lungo e difficile.