Il Califfato ha confermato la morte del suo capo della propaganda, Wa’il Adil Hasan Salman al-Fayad. Lo ha riferito l’emittente al-Arabiya, precisando che l’organizzazione jihadista ha reso omaggio al “ministro dell’Informazione” con una nota diffusa online nella quale tuttavia non si precisano dettagli sul decesso.
Il mese scorso era stato il Pentagono a rivelare la notizia dell’uccisione di al-Fayad il 7 settembre in un raid della coalizione internazionale vicino Raqqa, roccaforte dell’autoproclamato califfato in Siria. Al-Fayad era uno dei leader dello Stato Islamico, con il compito di produrre i video di propaganda che spesso hanno mostrato torture ed esecuzioni.
Membro del Consiglio della Shura, nel quale siedono i leader dell’Isis, secondo il Pentagono al-Fayad era “uno stretto associato” di Abu Muhammad al-Adnani, il portavoce del sedicente Stato Islamico ucciso in un raid americano lo scorso 30 agosto.
Intanto, nell’Iraq settentrionale, gli abitanti di Mosul non possono più utilizzare il dinaro, moneta ufficiale del Paese arabo. Lo ha stabilito il tribunale sharaitico locale, ordinando alla popolazione di adottare solo la moneta battuta dall’organizzazione jihadista.
Secondo quanto riferito dall’emittente “Al-Sumaria“, “l’Isis ha confiscato grandi quantità di dinari iracheni, costringendo la popolazione a cambiarli con le sue banconote. Daesh ha consegnato ai residenti delle ricevute con gli importi sottratti loro”. Stando sempre alla tv irachena, il dinaro non è più valido in tutti i mercati della città, obiettivo di un’offensiva delle forze governative che dovrebbe scattare a breve.