E’ iniziata a Istanbul la marcia per ricordare le 258 vittime della notte di un anno fa ad Ankara e Istanbul durante il fallito tentativo di golpe. Un corteo particolarmente significativo al quale partecipano migliaia di sostenitori di Erdogan perché attraversa il ponte sul Bosforo, ribattezzato ponte “dei Martiri” in seguito ai tragici eventi di un anno fa. Furono ben 34 coloro che sul quel ponte persero la vita, falciati dai proiettili dell’esercito che aveva dato il via al colpo di stato prendendo possesso del ponte. Il presidente Recep Tayyip Erdogan è il protagonista di un programma fitto di eventi, tra cui spiccano i discorsi che terrà nella capitale e ad Istanbul. Qui alle 22.30 ora locale parlerà alla folla salendo sul palco accompagnato dai familiari delle vittime della violenza di quella notte, per poi inaugurare un nuovo monumento. A partire dall’ora della preghiera della sera (1.05 locali) nelle 81 province della Turchia la gente scenderà in piazza per una “guardia della democrazia“, vale a dire un presidio delle piazze che durerà circa 24 ore. Al parlamento di Ankara invece Erdogan prenderà la parola alle 2.32 locali, ora esatta in cui la sede della “Grande assemblea nazionale” fu colpita da una bomba sganciata da un aereo da guerra.
L’opposizione accusa
In mattinata si è tenuta una seduta straordinaria del parlamento in cui hanno preso la parola i rappresentanti di tutti e quattro i partiti che siedono nell’assemblea legislativa. Il premier Binali Yildirim è intervenuto per primo, affermando che, a distanza di un anno, l’esercito è più forte di prima: “Come ha detto il presidente Erdogan, ‘la notte piu’ buia della Turchia è diventata un mattino luminoso'”. Kemal Kilicdaroglu, segretario dei nazionalisti dei repubblicani del Chp, principale partito di opposizione, ha invece puntato l’indice contro l’intelligence: “Voglio che sia rivelata la verità sui fatti di quella notte: ritengo inaccettabile che né il capo dei servizi segreti né il capo dell’esercito vadano a testimoniare dinanzi la commissione che indaga sul golpe; tutti dovremmo chiederci quali siano i motivi”. I repubblicani hanno anche annunciato che non parteciperanno alle celebrazioni della notte. Lo stesso vale per i filo curdi dell’Hdp, per i quali ha parlato il capogruppo Ahmet Yildirim, poiché i due segretari del partito, Selattin Demirtas e Figen Yuksekdag, sono in carcere dallo scorso 4 novembre; e questo e’ stato il motivo alla base dell’intervento polemico di Yildirim: “Nella storia abbiamo avuto esempi di colpi di stato diretti a mettere il bavaglio ai processi democratici. Il golpe dello scorso anno è uno di questi”.
Nuova ondata di epurazioni
E intanto alle celebrazioni si accompagnano a nuove purghe. Secondo quanto riferito dalla Bbc, oltre 7.000, tra poliziotti, personale dei ministeri e accademici, sono stati cacciati dai posti che occupavano con l’accusa di avere “agito contro la sicurezza dello Stato” o perché “membri di una organizzazione terrorista”.
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