Mettere in stato di accusa Trump e rimuoverlo”. “Il regime Trump/Pence deve essere smantellato”. Sono queste alcune delle frasi che campeggiano sui cartelloni branditi da migliaia di persone che, da New York a Boston, sono scese in pizza per manifestare il loro assenso all'impeachment del presidente Donald Trump. Neanche il freddo e la pioggia li ha scoraggiati e, pacificamente, hanno manifestato per le strade delle principali città statunitensi.
Trump scrive alla Pelosi
Nel frattempo, il presidente Usa ha inviato una lettera alla speaker della Camera, Nancy Pelosi. Sei pagine in cui Trump spiega che ha scritto la missiva per la storia, per quanti – magari tra cento anni – vorranno capire come è andata veramente la vicenda. Tra le righe, spiccano molti attacchi diretti alla Pelosi, definita “grande ipocrita”, leader di “una crociata anticostituzionale” che ha dichiarato “guerra aperta alla democrazia americana”. Lettera alla quale la Pelosi ha risposto in modo molto sbrigativo: “Non ho avuto il tempo di leggere tutta la lettera, stavo lavorando. MI hanno riassunto il senso. Trump non sta bene“.
Oggi il voto alla Camera
E tra schermaglie, insulti, lettere e accuse reciproche, si è arrivati al giorno x. Infatti, quando in Italia saranno le 15, in seduta plenaria, inizierà il dibattito sull'impeachment. Sei ore ripartite equamente tra democratici e repubblicani, prima del voto alla Camera dei Rappresentanti, previsto per le 22.30. La House è controllata dai democratici e hanno, almeno in teoria, i numeri per approvare la mozione. Secondo quanto scrive il New York Times, a fronte di 217 voti dem sicuramente a favore, ci sono un indeciso e 13 che non si sono espressi. Solo due deputati democratici, Collin Peterson e Jeff Van Drew, hanno annunciato che voteranno contro.