La cittadina curda di Kobane, a pochi metri dai confini che separano Siria e Turchia, è quasi completamente sotto il controllo dei jihadisti dell’Isis. Ma nonostante le serie difficoltà e la dubbia efficacia degli aiuti della Coalizione internazionale, i combattenti curdi vanno avanti “strada per strada”, riconquistando le zone della città. Lo affermano rappresentanti dei curdi siriani in un incontro avvenuto a Parigi, in cui è intervenuta per telefono anche Narine Afrine, nome di battaglia della donna che guida la resistenza nella città, assediata ormai da metà settembre.
E mentre sul fronte siriano a combattere sono le forze di resistenza locali, in Iraq l’Australia sembra esser riuscita a raggiungere un accordo con il nuovo governo: nei prossimi giorni, infatti, saranno dispiegate sul territorio circa 200 forze speciali, con l’obiettivo di addestrare le truppe locali nel combattere contro i militanti dell’autoproclamato califfato. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri australiana, Julie Bishop, dopo aver incontrato a Baghdad il suo omologo Ibrahim al-Jaafari e altri funzionari per definire l’accordo, che permetterà l’ingresso nel Paese dei soldati australiani, fermi negli Emirati da oltre un mese. L’accordo è stato raggiunto all’indomani della nomina dei ministri dell’Interno e della Difesa del nuovo governo: “Abbiamo concluso un accordo sulla struttura legale che consente alle nostre forze speciali di operare in Iraq – spiega Bishop – quindi d’ora in poi sarà una questione operativa”. Ma la ministra ci ha tenuto a sottolineare che “la missione felle forze speciali sarà solo consigliare e assistere il governo iracheno nel costruire la capacità dei militari iracheni”. Non c’è intenzione dunque, da parte di Canberra, di inviare truppe di terra a combattere a fianco delle forze irachene.