Ore negative per le borse di tutto il mondo. In particolare scendono quelle asiatiche dopo le minacce di Donald Trump per dazi al 25% sull'import di 200 miliardi di dollari di beni “made in China”. L'indice Composite di Shanghai crolla del 5,58%, a 2.906,48 punti, mentre quello di Shenzhen sprofonda del 7,38%, a quota 1.515,80, dopo aver sfiorato la perdita record a -8%.
Si alza lo spread
Gli effetti del crollo asiatico arrivano anche a Piazza Affari, dove tuttavia la Borsa di Milano – in linea con gli altri listini europei – riesce a contenere le perdite. Tensione anche sui titoli di Stato con lo spread tra Btp e Bund che apre in rialzo a 259 punti base. A Piazza Affari scivolano Stm (-3,2%) e Cnh (-3,1%). In rosso il comparto delle auto e della componentistica con Fca e Brembo (-2,6%), Ferrari (-2,2%), Pirelli (-2,1%). Andamento negativo per le banche dove soffrono Banco Bpm (-2,5%), Mps e Unicredit (-2,3%), Bper (-1,9%). Il calo del prezzo del petrolio affossa i titoli energetici con Saipem (-2,6%), Tenaris (-2,2%) ed Eni (-1,7%). Si mostrano deboli Snam (-0,6%), Terna (-0,4%) e Tim (-0,5%).
Delegazione cinese in Usa
Per evitare che quella sui dazi divenga una guerra commerciale con effetti impronosticabili, una delegazione cinese “si sta preparando per andare negli Usa” per il nuovo round negoziale sul commercio dell'8 maggio. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, ha detto di sperare che “Usa e Cina possano trovare una soluzione a metà strada”. Ora la Cina – spiega Shuang – “sta tentando di acquisire più informazioni” in merito all'annuncio fatto ieri da Trump. Alla domanda se il vicepremier Liu He, a capo del dossier sul commercio e plenipotenziario sul capitolo economico del presidente Xi Jinping, avrebbe guidato anche questa volta la delegazione, il portavoce – riferisce l'Ansa – si è limitato a dire che “un team cinese” si stava preparando per la trasferta negli Usa al fine di avere “i colloqui commerciali”.