Gavin Williamson – ex ministro britannico della Difesa cacciato da Theresa May perché accusato di aver rivelato a un giornale segreti di Stato su Huawei – ha giurato “sulla testa dei suoi figli” di non essere all'origine della fuga di notizie e ha puntato il dito contro il sottosegretario al governo Sir Mark Sedwill di averlo fatto fuori di proposito, in varie interviste alla stampa britannica.
La vicenda
Williamson è stato allontanato dal governo dopo un'inchiesta interna, condotta da Sedwill, tra i partecipanti a una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale nella quale è stato deciso, nonostante le obiezioni di vari ministri tra cui lo stesso Williamson, che il colosso cinese parteciperà alla costruzione della rete 5G britannica. Il giorno dopo il Daily Telegraph ha dato conto della decisione top secret e Sedwill, che è consigliere per la sicurezza nazionale, ha avviato l'indagine dalla quale secondo Downing Street sono emerse “prove schiaccianti” che la talpa sarebbe Williamson.
La telefonata
I media britannici riferiscono di una telefonata di 11 minuti che il ministro avrebbe avuto dopo la riunione con Steven Swinford, il giornalista del Telegraph autore dello scoop. Ma l'ex ministro nega che il contenuto del colloquio abbia avuto a che fare con Huawei e si dice vittima di una “vendetta“. Williamson ha raccontato di essere stato da tempo ai ferri corti con Sedwill e ha detto che se la polizia avesse indagato sulla fuga di notizie sarebbe stato “assolutamente scagionato“.
Ex alleato
Ieri sera la premier Theresa May ha scritto al ministro per invitarlo a lasciare affermando che “non è stata identificata un'altra versione credibile degli eventi per spiegare le fuga di notizie”. Rispondendo la lettera di May, Williamson ha scritto “apprezzo che mi offra l'opzione di dimettermi, ma dimettermi vorrebbe dire accettare che io, i miei funzionari, i miei consiglieri militari siamo responsabili: non è così“. Da qui la decisione di sollevarlo dall'incarico. Williamson, giovane e ambizioso, titolare della Difesa dal 2017, era un alleato di May e viene sostituito dalla euroscettica di ferro Penny Mordaunt.