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Hong Kong: nuovi scontri dopo lo smantellamento di Mong Kok

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Scontri tra manifestanti e polizia a Hong Kong dopo lo smantellamento del principale sito della protesta, il quartiere di Mong Kok. Dopo che gli ufficiali giudiziari hanno risposto a un’ingiunzione della Corte di smontare le barricate per lasciare via libera ai trasporti, la polizia ha mantenuto sul posto una presenza di alcune migliaia di uomini. Ciò nonostante, centinaia di dimostranti hanno cercato di recuperare terreno provocando numerosi scontri tra gli agenti e i manifestanti. In due giorni quasi 150 persone sono finite in manette, inclusi i due leader studenteschi Joshua Wong – il fondatore del gruppo Scholarism – e Lester Shum, della federazione degli Studenti di Hong Kong. La “rivoluzione degli ombrelli” era iniziata due mesi fa contro il gigante cinese. Gli studenti scesi nelle strade chiedevano a Pechino di rispettare la promessa di instaurare gradualmente nell’ex colonia britannica un sistema politico pienamente democratico anche grazie all’instaurazione del suffragio universale.

Il mandato d’arresto è scattato anche per sei poliziotti per il loro presunto coinvolgimento nelle violenze contro il manifestante Ken Tsang esponente del Partito civico, una delle principali formazioni politiche attive nelle proteste. Le violenze dei poliziotti erano state documentate in un video registrato all’alba del 28 settembre, durante gli scontri fra polizia e manifestanti che si conclusero con l’arresto di 45 persone. Nel video si vedono 6 agenti che portano via Tsang, lo mettono all’angolo in un luogo appartato e lo colpiscono ripetutamente per almeno 4 minuti, mentre il giovane è inerme, steso a terra e con le mani legate. Secondo quanto riferito in una dichiarazione delle forze di sicurezza, gli agenti sono stati arrestati perché sospettati di “aggressione risultante in gravi danni fisici”. Il governo locale, come quello centrale di Pechino, cercano di evitare ogni tipo di dialogo con i manifestanti, nascondendosi dietro le azioni di privati che richiedono l’apertura delle strade per motivi di circolazione pubblica.

Milena Castigli: