La voce degli ultimi

lunedì 23 Dicembre 2024
8.4 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

lunedì 23 Dicembre 2024

Hong Kong, la piazza chiama Trump

Passata l'ondata, anomala ma tutto sommato tranquilla, della giornata elettorale di una settimana fa, Hong Kong torna alla consueta piazza, pronta a mettere da parte la parentesi del confronto democratico e a scagliarsi nuovamente contro l'amministrazione cittadina, ora con l'ulteriore consapevolezza di avere il sostegno nientemeno che degli Stati Uniti. E per inciso, di Donald Trump in persona. La firma del Democracy Act ha fornito ulteriore linfa ai manifestanti che, ora, invocano il presidente Usa direttamente dalle piazze, lanciando cori e slogan pro-Tycoon mentre sventolano le stelle e le strisce della bandiera americana: “Trump per favore libera Hong Kong” è il motto più utilizzato. Qualcuno fa addirittura meglio in termini di fantasia, richiamando le elezioni statunitensi di tre anni fa: “Make Hong Kong Great Again“.

Tre cortei

Per l'ennesimo weekend di protesta, Hong Kong decide di presidiare con cortei di dissenso quasi tutti i punti nevralgici della città: una manifestazione si è diretta verso il consolato americano, dove sono stati lanciati i cori pro-Trump e gli inneggiamenti al Democracy Act; un altro corteo ha puntato verso il Politecnico, al centro nei giorni scorsi di un vero e proprio assedio, con tanto di presidi schierati delle Forze dell'ordine e catapulte puntate dagli studenti verso l'area sottostante; altri dimostranti hanno puntato nell'isolato in cui sorge la sede del governatorato locale, il vero fulcro delle proteste, non solo per via dell'extradition bill. E il respiro internazionale della protesta nel Porto profumato, ormai andata ben oltre le motivazioni iniziali, ha iniziato a toccare non solo le istanze dei manifestanti ma anche quelle del governo centrale, dapprima stizzito contro Trump e, ora, anche contro l'Alto commissario Onu per i Diritti dell'Uomo, Michelle Bachelet, accusata di “fomentare la violenza radicale” a Hong Kong.

Il caso Bachelet

Bachelet, nella giornata di ieri, aveva detto la sua sulla situazione in città, con un editoriale a sua firma sul South China Morning Post, il principale quotidiano cittadino, invitando la governatrice Carrie Lam a sollecitare l'apertura di un'indagine imparziale a carico delle Forze dell'ordine, accusate di aver represso con violenza le proteste hongkonghesi. Il dissenso di Pechino è stato manifestato via Ginevra, dove l'ambasciatore cinese all'Onu ha parlato di “pressione sul governo (autonomo)” portato dalle parole di Bachelet, che “avrà il risultato di fomentare i facinorosi a condurre azioni di violenza ancora più radicale”.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario