Joshua Wong, il leader studentesco alla testa del gruppo Scholarism, uno dei principali ispiratori delle proteste a Hong Kong lo scorso anno, è stato incriminato dalla polizia per aver “impedito il lavoro degli agenti” nel corso di una manifestazione davanti al Parlamento. Lo ha reso noto lo stesso Wong, 18 anni, in un messaggio Whattsapp alla stampa. Lo scorso 11 luglio Wong aveva bruciato una copia del documento della riforma elettorale proposta da Pechino.
Il giovane non è nuovo a battaglie legali: solo pochi mesi fa, esattamente a maggio, le autorità per l’immigrazione della Malaysia avevano impedito che il ragazzo attraversasse le sue frontiere. Wong era stato fermato infatti dai funzionari malesi poco dopo essere arrivato all’aeroporto internazionale di Penang, era stato poi rispedito a Hong Kong.
La motivazione del viaggio era “lavorativa”: il giovane avrebbe dovuto parlare a diversi forum in Malaysia il 3 giugno, alla vigilia del 26esimo anniversario della repressione delle proteste di piazza Tienanmen, che furono una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali e operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile e il 4 giugno 1989. Evidentemente al governo centrale non è piaciuta l’idea che proprio in tale ricorrenza, uno studente potesse prendere il microfono per parlare di democrazia.