Sgombero ad Hong Kong dell’ultimo presidio dei manifestanti di Occupy Central: è cominciata nella calma l’operazione degli ufficiali giudiziari cinesi, che alle 10,30 ora locale, le 3,30 della notte in Italia, hanno intimato agli studenti di liberare la zona e iniziato a rimuovere le barricate.
Un’operazione già annunciata e iniziata da pochissimo ad Admiralty, il quartiere degli uffici governativi e dei gruppi finanziari, in cui da manovali armati di cesoie, seguiti da camion per la raccolta del materiale, rimuovono quel che rimane delle 1.800 tende e delle centinaia di transenne di metallo e plastica, legate insieme per costituire il blocco e le barricate.
Barricate diventate un simbolo, in questi mesi, della protesta democratica degli studenti contro le scelte autoritarie di Pechino, durata 74 giorni e spesso repressa dalla polizia: gli stessi capi del movimento si sono consegnati giorni fa alle forze dell’ordine, per rispondere dei reati a loro imputati. Il deputato dell’opposizione Leung Kwok-hung ha affermato che il movimento “non ha fallito”, perché “ha portato ad un nuovo livello il progresso politico di Hong Kong”.
Per il momento non sembrano esserci resistenze da parte degli attivisti e dei militanti pro democrazia: ancora ieri, il Chief Executive CY Leung, governatore di Hong Kong e di fatto proconsole cinese, aveva previsto “una furiosa resistenza” di una frangia di manifestanti: in realtà la reazione si è risolta in una veglia molto composta durante la notte, a cui hanno partecipato 10 mila studenti.