Sconfitta per colpa di Putin. Ne è convinta Hillary Clinton, candidata democratica uscita sconfitta dalle presidenziali che hanno portato alla Casa Bianca il Tycoon Donald Trump. La moglie dell’ex presidente Usa, Bill, è tornata sulla sua debacle alle elezioni del novembre scorso incentrando sull’argomento gran parte del suo discorso al Cheltenham literature festival, nel Regno Unito, dove ha presentato il libro “What happened”: secondo Hillary, infatti, gli iniziali pronostici che la vedevano favorita sono stati smontati dalla “tempesta perfetta” arrivata da Oriente, riferendosi alle presunte interferenze di Mosca negli affari di Washington volte, secondo l’ex candidata, a mettere gli americani gli uni contro gli altri.
Clinton: “Interferenze russe più allarmanti del previsto”
L’ex first lady ha parlato chiaro dal palco britannico: secondo lei e “da quel che stiamo apprendendo”, le conseguenze delle “interferenze russe sulle elezioni sono state persino più allarmanti di quanto si dicesse”. Clinton ha ribadito come l’atteggiamento di Putin sarebbe volto non solo a creare dissidi interni fra gli americani ma anche “a spaccare l’Ue e la Nato, indebolire l’Alleanza Atlantica e minare la democrazia occidentale”. In sostanza, non solo la sua sconfitta ma anche tutto ciò che ne è derivato sarebbero grane la cui responsabilità andrebbe convogliata sul presidente russo abile, secondo Clinton, a influenzare il voto degli States quel tanto che è bastato a sconvolgere gli equilibri interni. Una battuta, però, Hillary l’ha concessa anche sull’Europa: “Personalmente continuo a credere nel valore dell’Unione Europea e ancora più intensamente in un’Europa intera,libera e in pace. Un obiettivo non da poco. E la Gran Bretagna è sempre stata un punto cardine di questa visione. Quello che manca a entrambi i nostri Paesi in questo momento secondo me, e quello di cui abbiamo bisogno più di qualunque altra cose, è l’empatia”.
Attacco ad Assange
Diplomazia a parte, però, il discorso di Clinton è stato perlopiù concentrato sulla sua sconfitta elettorale ma non solo per quanto riguarda il ruolo di Putin. L’ex candidata democratica, intervenuta successivamente a “Four corners”, ne ha avute anche per Julian Assange, definito un “opportunista nichilista” reo di aver collaborato con la Russia per ridurre le sue possibilità di divenire presidente, riferendosi alle migliaia di mail top-secret che sarebbero state trafugate nell’ambito di un’operazione condotta da WikiLeaks e Mosca: “Se è un martire della libertà, perché WikiLeaks non pubblica mai niente proveniente dalla Russia?”.