“Il tempo in cui Hamas ha discusso di riconoscere Israele è finito, ora discuteremo quando Israele sarà cancellata”. Così il leader dell'ala militare di Hamas, Yahya Sinwar, ha replicato alle richieste di Jason Greenblat, inviato Usa per la pace in Medio Oriente. La parole del diplomatico Usa, ha detto Bassem Naim, altro membro influente di Hamas, sono “un'interferenza lampante” negli affari interni palestinesi.
Parlando a proposito della recente riconciliazione con Fatah, Greenblat aveva spiegato che ogni governo palestinese deve, “senza ambiguità ed esplicitamente“, rispettare le condizioni poste dal Quartetto sul conflitto con le parti e se Hamas “avrà un ruolo in questo esecutivo deve accettare queste condizioni”. Queste – ha ricordato l'inviato di Donald Trump, citato dai media – riguardano “l'astensione dalla violenza, il riconoscimento di Israele, l'accettazione dei precedenti accordi, incluso il disarmo dei terroristi e l'impegno alla pace”. Greenblat ha poi sottolineato che è essenziale che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) assuma “un pieno, vero e senza impedimenti” controllo civile e di sicurezza a Gaza. Così come è “essenziale lavorare insieme per accrescere la sicurezza umanitaria per i palestinesi” della Striscia.
Le parole dell'inviato per il processo di pace sono state, invece, accolte con favore da Benjamin Netanyahu. A margine di una cerimonia a Zichron Yaacov, il premier israeliano ha rimarcato che Greenblat ha detto “molto chiaramente che Hamas deve essere disarmata, Israele riconosciuta e i precedenti accordi onorati e per questo lo ringrazio”. Secondo Netanyahu le parole del diplomatico americano hanno chiarito “che ogni governo palestinese deve essere impegnato in questi principi”. “Vogliamo la pace – ha aggiunto – ma una pace genuina e per questo non condurremo negoziati con un'organizzazione terroristica in maschera diplomatica”.