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Haley contro la mozione Onu: “Prenderemo i nomi”

Si preannuncia una giornata difficile alle Nazioni Unite quella del prossimo 21 dicembre, quando gli Stati membri saranno chiamati al voto, nel corso dell'Assemblea generale, per dire la loro sulla risoluzione contro il riconoscimento, da parte degli Stati Uniti, di Gerusalemme come capitale d'Israele. Questo perchĆ©, perlomeno da quanto si evince dalle parole dell'ambasciatrice degli States, Nikki Haley,Ā lo faranno in un clima tutt'altro che sereno: “All'Onu – ha scritto via TwitterĀ – ci chiedono sempre di fare e donare di piĆ¹. Quindi, quando prendiamo la decisione, su volontĆ  del popolo americano, su dove collocare la nostra ambasciata, non ci aspettiamo di essere presi di mira da quelli che abbiamo aiutato. GiovedƬ ci sarĆ  un voto che critica la nostra scelta. Gli Usa prenderanno i nomi”.

Risoluzione al voto

Toni che, in qualche modo, suonano come minatori e infuocano l'atmosfera attorno a un argomento che ha giĆ  ampiamente portato disordini e intemperanze socio-politiche. Durante l'Assemblea si discuterĆ , in sessione straordinaria, la risoluzione presentata in Consiglio dall'Egitto e che, a suo tempo, fu accantonata proprio per il veto degli Usa e che ora cerca la maggioranza dei due terzi per essere approvata. Una situazione decisamente poco confortevole per gli Stati Uniti che, di nuovo, rischiano di trovarsi al centro di un problematico isolamento: una circostanza simile si era verificata giĆ  lo scorso 18 dicembre quando, durante il Consiglio di sicurezza, si trovarono contro gli altri 14 membri delle Nazioni Unite. Anche in quell'occasione Haley non la prese benissimo, dichiarando come la posizione avversa degli altri Stati fosse “un insulto e un affronto che non dimenticheremo”.

Usa-Canada: “Vertice a Vancouver sulla Corea”

Mentre all'Onu si respira aria di sfida sul nodo Gerusalemme, gli Stati Uniti continuano a tenere gli occhi puntati sulla Corea del Nord, premendo sulla ComunitĆ  internazionale per una mobilitazione che porti all'isolamento completo del regime di Pyongyang. La nuova idea made in Usa, in collaborazione con il Canada,Ā ĆØ quella di svolgere un vertice internazionale fra i ministri degli Esteri (perlomeno quelli impegnati nella risoluzione della crisi)Ā a Vancouver, il prossimo 16 gennaio. Le basi dell'incontro sono state gettate dal segretario di Stato americano, Rex Tillerson, e dal capo della diplomazia canadese, Chrystia Freeland la quale, al termine del faccia a faccia, ha dichiarato che “una soluzione diplomatica ĆØ nello stesso tempo essenziale e possibile”.

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