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“Guerra non autorizzata, bloccare i fondi per l'intervento militare in Iran”

Apoche ore dall'attacco di ieri all'aeroporto di Baghdad, che ha portato alla morte del comandante iraniano Qassem Soleimani e di quello odierno ad un convoglio delle milizie irachene a nord di Bagdhad durante il quale è stato ucciso  Shubul al-Zaidiun comandante del gruppo paramilitare filo-iraniano Hashed Al Shaabi, il senatore Usa democratico del Vermont Bernie Sanders e il deputato democratico della California, Ro Khanna, hanno presentato una proposta di legge per bloccare i fondi di un eventuale intervento militare in Iran.

Inerzia del Congresso

I due parlamentari statunitensi, in un comunicato congiunto riportato da Agi, hanno affermato che il presidente americano Donald Trump ha intrapreso “una guerra non autorizzata con l'Iran” e che lo scopo della loro proposta è prevenire offensive militari senza l'approvazione del Congresso. “Oggi stiamo assistendo a una pericolosa escalation che ci porta più vicini a un'altra disastrosa guerra nel Medio Oriente. Una guerra con l'Iran potrebbe costare innumerevoli vite e migliaia di miliardi di dollari nonché portare più morti, più conflitti, più disordini in quell'area già così altamente precaria del mondo. La guerra deve essere l'ultima risorsa nelle nostre relazioni internazionali” scrivono nel comunicato i due parlamentari. “L'inerzia del Congresso di fronte alla minaccia di un conflitto catastrofico e incostituzionale nel Medio Oriente è inaccettabile. Sappiamo che alla fine sarebbero i ragazzi delle famiglie delle classi lavoratrici che andrebbero a combattere e morire in un nuovo conflitto in Medio Oriente – non i ragazzi delle classi milionarie” aggiungono. “La Camera dei Rappresentanti e il Senato dovrebbero approvare immediatamente la nostra proposta” concludono i due parlamentari. Ieri, a poche ore dall'attacco su ordine di Trump e dalla notizia della morte di Soulemani, il deputato democratico Eliot Engel ha evidenziato come i parlamentari americani non fossero stati avvertiti dell'attacco. Il raid eseguito in Iraq contro l'iraniano Qassem Soleimani “ha avuto luogo senza alcuna notifica o consultazione con il Congresso”, recita la nota: Soleimani (qui un approfondimento sulla sua figura) era “la mente di una grande violenza” e ha “il sangue degli americani sulle sue mani”. Tuttavia, ha proseguito Engel, “intraprendere un'azione di questa gravità senza coinvolgere il Congresso solleva seri problemi legali ed è un affronto ai poteri del Congresso nella sua veste di ramo paritetico del governo”. 

Leggi anche:

Perché la morte di Soleimani stravolge l'assetto mediorientale: Equilibri in gioco e scenari in mutamento: cosa cambia dopo il raid Usa a Baghdad. In Terris ne parla con Francesca Manenti (Cesi)

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