“La guerra in Siria non è una gara tra me e Putin”. Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, nella conferenza stampa di chiusura del summit Asean in California.
“La questione reale – ha aggiunto – dovrebbe essere chiedersi cosa pensi di guadagnare la Russia se prende un paese completamente distrutto come alleato, per sostenere il quale dovrà perpetuamente spendere miliardi di dollari”.
Intanto i convogli delle Nazioni Unite carichi di aiuti per migliaia di siriani sotto assedio sono segnalati in partenza, ma le speranze per una pace duratura si sono assottigliate dopo che ieri la Turchia ha invocato un’operazione di terra nel territorio del suo vicino.
Il governo della Siria ha dato il via libera all’accesso a sette aree sotto assedio, compresa la città di Madaya dove decine di persone sono morte d’inedia. Parlando a Damasco, l’inviato Onu Staffan de Mistura ha spiegato che i convogli di aiuti saranno inviati mercoledì, in quello che è considerato un esame per verificare la volontà delle parti in guerra a lasciar entrare gli aiuti. “E’ dovere del governo della Siria voler raggiungere ogni persona siriana, dovunque si trovi, e consentire all’Onu di portare aiuti umanitari”, ha affermato ieri dopo aver incontrato il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem, “Domani esamineremo tutto questo”.