Bashar Al Assad se ne deve andare ma non necessariamente dopo il raggiungimento di un accordo che ponga fine alla guerra civile. Lo ha detto il Segretario di Stato americano John Kerry. Parlando dopo colloqui con il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond a Londra, il capo della diplomazia Usa ha così aperto spazi di mediazione per una trattativa.
“Per l’ultimo anno e mezzo abbiamo detto che Assad deve andare, ma non quando e con quale modalità…non deve essere nel primo giorno e nel primo mese e via dicendo”, ha detto Kerry ai giornalisti. “C’è un processo al quale tutte le parti devono unirsi per raggiungere un’intesa su come questo debba essere ottenuto”, ha continuato. Kerry ha espresso un giudizio positivo sugli sforzi della Russia contro lo Stato islamico (Isis) in Siria. “Noi siamo lieti di questo e siamo pronti a trovare il modo più rapido ed efficace per eliminare l’Isis”, ha sostenuto il Segretario di Stato.
“Abbiamo bisogno – ha detto ancora – di andare al negoziato. Questo è il motivo per cui stiamo cercando e speriamo che l’influenza di Russia, Iran e altri paesi possa portare a questo”, perché proprio la mancanza di un’unica strategia è “ciò che impedisce alla crisi di terminare”.
Gli Usa, ha affermato ancora il capo della sua diplomazia, sono pronti a sedersi a un tavolo. “Noi siamo pronti a negoziare. Lo è anche Assad, realmente? E la Russia è pronta a portarlo al tavolo e trovare una soluzione a questa violenza?” Finora, ha proseguito, “Assad ha rifiutato di avere una discussione seria e la Russia ha rifiutato di portarlo al tavolo per affrontarla”. Russia e Stati uniti hanno avviato colloqui militari sul conflitto siriano ieri, dopo che Mosca ha accresciuto la sua presenza militare nel paese. In una conversazione telefonica tra il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il suo omologo americano Ash Carter è stato sciolto un blocco alle relazioni militari durato 18 mesi e causato dal ruolo russo nella crisi ucraina.