Quindici detenuti nella base americana di Guantanamo, a Cuba, sono stati consegnati agli Emirati Arabi Uniti. Di questi, 12 sono yemeniti e tre afghani. Lo ha detto il Pentagono aggiungendo che ora le persone ancora rinchiuse nella struttura detentiva interna alla base navale a Cuba sono 61. Quello di ieri è stato il trasferimento più consistente di detenuti di Guantanamo sotto la presidenza di Barack Obama il quale ha più volte sostenuto di voler chiudere la prigione nonostante la netta opposizione del Congresso. Secondo il portavoce di Amnesty international, questo trasferimento è forse il segnale che Obama riuscirà a chiudere Guantanamo entro fine mandato, il prossimo ottobre.
La maggior parte dei 61 detenuti, sono trattenuti nella struttura senza accuse né processo da oltre 10 anni. Il campo di prigionia venne istituito l’11 gennaio 2002, sotto l’amministrazione Bush, per la detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e ritenuti collegati ad attività terroristiche, quali l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.
“Penso che siamo a un punto estremamente pericoloso, in cui c’è una significativa possibilità che questo resterà aperto come carcere offshore permanente per trattenere persone praticamente finché muoiono”, ha commentato Naureen Shah, direttrice di Amnesty International Usa per la sicurezza e i diritti umani. Secondo Amnesty, tenere aperta Guantanamo dà copertura ai governi stranieri per ignorare i diritti umani. “Indebolisce il potere del governo Usa nel dibattito contro la tortura e le detenzioni illimitate”, aggiunge Shah.
Gli Stati Uniti, ha reso noto il Pentagono, esprimono apprezzamento per il “gesto umanitario e la volontà di appoggiare gli attuali sforzi degli Stati Uniti per chiudere il centro di detenzione della Baia di Guantanamo” delle autorità degli Emirati.