Non sembra essere bastata la telefonata con Matteo Salvini a far metabolizzare all'autoproclamato presidente venezuelano Juan Guaidò la posizione attendista dell'Italia nei confronti della situazione in Venezuela. Malumore che il leader dell'opposizione a Maduro ha manifestato con una lettera rivolta agli italiani, spiegando che “con profondo sconcerto non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni sotto l'egida della comunità internazionale e lo sblocco degli aiuti umanitari. Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia”. E' anche questo un motivo di perplessità per Guaidò: “E' uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto questo percorso”.
L'appello
L'autoproclamato presidente ad interim fa leva sulle “profonde radici comuni” fra i due Paesi: “I venezuelani sentono gli italiani come fratelli, da sempre. Oltre due milioni di venezuelani portano orgogliosamente cognomi italiani. Una comunità numerosa che guarda all'Italia come un punto di riferimento”. Ed oggi “Stiamo vivendo una catastrofe umanitaria senza precedenti, a causa di un governo illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Tutta la comunità italiana in Venezuela è vittima della dittatura, ed è vittima tanto quanto i venezuelani del flagello della fame e della mancanza di medicine. Abbiamo bisogno che l'Italia sia al nostro fianco!”.
La telefonata
In giornata, Guaidò aveva sentito telefonicamente il vicepremier Matteo Salvini nel corso di una telefonata cordiale, al termine della quale, come spiegato dal Viminale, il ministro dell'Interno “ha confermato la dura presa di posizione nei confronti di Maduro” e il “pieno sostegno al percorso costituzionale per arrivare al più presto ad elezioni libere”. Il vicepremier ha anche assicurato la “massima attenzione affinché venga salvaguardata l'incolumità di Guaidò e della sua famiglia in questa fase delicata”. Nelle stesse ore, il senatore Riccardo Merlo, sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale, ha spiegato all'Adnkronos che alla delegazione venezuelana in visita era stato spiegato che “noi chiediamo elezioni presidenziali. Vuol dire che non riconosciamo la legittimità del governo di Maduro”.