Il popolo greco “ha votato ‘no’ su un testo che non è più sul tavolo”. A sottolinearlo è Jean Claude Juncker, alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, dopo aver affermato che “certamente dispettiamo” il referendum, ma di “non aver capito” che cosa è stato chiesto ai cittadini. “Voglio evitare la Grexit, sono contrario, cercherò di evitarlo fino alla fine”, ha proseguito il presidente della Commissione. “C’è chi di nascosto punta sull’uscita della Grecia. In Europa non esistono risposte facili. La commissione Ue farà in modo che riprendano i negoziati”.
“È tempo che torni il buon senso” ed è arrivato il momento di “tornare a negoziare” e di fermare “la sparatoria a bruciapelo”, dice ancora Juncker, sottolineando che è “inaccettabile per la Commissione essere chiamati terroristi” dal governo greco.
Juncker raffredda però le aspettative che si possa arrivare a un’intesa sul piano riforme di Atene già all’Eurogruppo e all’Eurosummit di oggi, dove Atene dovrebbe presentare una nuova proposta di accordo. “Dobbiamo trovare una soluzione e oggi cerchiamo di mettere ordine, di ristabilire fiducia, di riaprire il dialogo e di comprendere le posizioni reciproche”. “Il governo greco ci deve dire come si vuole districare da questa situazione”, sottolinea Juncker, ribadendo che servono “proposte concrete” e che la situazione “non si risolve in una notte”.
Anche il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, sottolinea che ora Atene deve fare il primo passo: “È il governo greco che deve convincere gli altri partner e soprattutto deve avanzare nuove proposte”, ha detto, aggiungendo che occorre fare di tutto per trovare una soluzione positiva alla crisi che si sta aggravando: “Chi cerca di dividere la zona euro commette un errore”.
Intanto, la Bce – in un rapporto sulla sua gestione dei rischi finanziari – scrive che “l’obiettivo della liquidità di emergenza (Ela) è sostenere banche solvibili che si trovano ad affrontare problemi di liquidità temporanea”. Spiega inoltre che l’Ela “affronta problemi di liquidità nel breve termine, e non ha lo scopo di fornire sostegno alla solvibiità”. La situazione dei cittadini è però ancora drammatica. Almeno tre grandi aziende in Grecia hanno pagato il personale in soldi cash, in modo da “aggirare” i limiti di ritiro del contante imposti dalle banche.