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GRECIA: SI ATTENDE PER OGGI IL VOTO DEL PARLAMENTO AL PIANO DEI CREDITORI

Nonostante i creditori abbiano trovato un accordo a Bruxelles, Tsipras ora dovrà ottenere l’appoggio del parlamento ellenico. Entro oggi bisognerà infatti votare le richieste dell’eurogruppo in cambio di nuovi aiuti, in una giornata di fermento in cui anche i dipendenti pubblici hanno indetto uno sciopero di 24 ore. Ieri il governo della Grecia ha presentato un piano per 3,17 miliardi di euro complessivi, tra nuove tasse e tagli alla spesa. Il provvedimento, intitolato “Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l’Esm”, però non prevede la revisione delle baby pensioni, su cui si dovrà esprimere la corte costituzionale greca.

Il testo – che comprende la dichiarazione del vertice di Bruxelles e la lista di azioni prioritarie da intraprendere – sarà esaminato con procedura di urgenza e dovrebbe essere votato dopo la mezzanotte di Atene (dalle 23 ora italiana).

Questo sarò una vera e propria prova per la tenuta dell’esecutivo: stando alle dichiarazioni delle ultime ore ci potrebbero essere tra le 30 e le 40 defezioni della sinistra di Syriza, tra cui quella dell’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che ieri ha descritto l’accordo accettato da Tsipras a Bruxelles come il golpe dei colonnelli.

Il partito dei greci indipendenti (13 deputati), guidati dal ministro della difesa Panos Kammenos, conferma invece il suo appoggio al governo. In soccorso di Tsipras arriveranno i voti dei conservatori di Nea Dimokratia (76 deputati) e Pasok (13), oltre che i centristi di To Potami (17), che dovrebbero assicurare il via libera alle richieste dei creditori. Ma sarebbe un duro colpo per Syriza, che vede la scissione nel suo orizzonte, oltre che per il premier, che potrebbe trovarsi davanti la scelta tra elezioni anticipate e un governo di unità nazionale con l’opposizione.

In un’intervista alla tv pubblica Ert, ieri sera il capo del governo greco si è assunto la responsabilità di aver accettato condizioni molto dure e ha accusato i colleghi europei, anche se in toni moderati, di aver cercato vendetta ancora prima di un’intesa. “La priorità era evitare un disastro e firmare un accordo difficile in cui non credevo ma che ora rispetterò e che ci farà uscire dalla crisi”, ha detto Tsipras.

Della stessa opinione il suo popolo, secondo l’ultimo sondaggio di Kapa research, il 72% dei greci è convinto che il patto accettato dal capo del governo fosse inevitabile e la maggior parte dei greci accusa lìEuropa delle “durissime misure” imposte al Paese.

Nel frattempo è uscito anche un report riservato del Fmi in cui si avvertono le autorità europee che la Grecia ha bisogno di una seria ristrutturazione del debito, altrimenti questo rischia di lievitare nei prossimi due anni al 200% del pil, diventando ingestibile. D’accordo con il Fondo monetario internazionale anche il premier inglese David Cameron, che sostiene che ci debba essere un alleggerimento del piano per rendere il debito sostenibile. Solo ieri, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca (e sembra anche la Repubblica Ceca) non ne vogliono sapere di partecipare al salvataggio della Grecia attraverso i soldi del Meccanismo europeo di stabilità finanziaria. “L’Eurozona deve saldare al suo interno i propri conti”, ha dichiarato il ministro delle finanze inglese Osborne, poi sostenuto dagli omologhi degli altri Paesi.

Tornando al fronte interno, il sindacato greco dei dipendenti pubblici (Aedy) ha indetto per oggi uno sciopero di 24 ore e ha convocato una manifestazione davanti al parlamento, nella piazza Syntagma di Atene. Il sindacato è contrario all’accordo perché con le nuove misure di austerità sono a rischio le novemila riassunzioni che Tsipras aveva preannunciato nel maggio scorso. Fermi quindi dipendenti pubblici, ma anche trasporti e farmacie.

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