Sembra si sia usciti da uno stallo: la Grecia pagherà la tranche da 305 milioni di euro all’Fmi, ma non domani. La rata sarà unita agli altri impegni e saranno versati a fine mese. La notizia rimbalza da Atene, all’indomani dell’incontro tra Alexis Tsipras e Jean Claude Juncker, per il quale si è lavorato febbrilmente per arrivare alla definizione dell’accordo tra Grecia e creditori internazionali per sbloccare la tranche di aiuti di 7,2 miliardi di euro in cambio di riforme. Intanto la nuova scadenza per la conclusione dell’accordo sembra essere il 14 giugno, in caso di esito positivo, per le casse della Grecia potrebbero essere dirottati anche 10,9 miliardi del fondo salva-Stati Efsf.
Il premier ha intanto incontrato lo staff economico del governo in una riunione d’emergenza, dopo l’accelerata nei negoziati con l’ex troika, per scongiurare il default di Atene. I media internazionali parlano di una mossa finalizzata a rompere l’ultimo stallo, nell’ottica dell’intesa imminente, quelli ellenici vicino al governo mostrano invece lo spettro della rottura. “Siamo a un passo dalla rottura”, si legge sul quotidiano Syntakton, vicino all’esecutivo di Syriza, secondo il quale le condizioni dell’ex Troika non sono accettabili.
Stretto tra la morsa dei creditori, che chiedono maggiori concessioni, e quelle del fronte estero che lo ha votato con la promessa elettorale di fermare le manovre di austerity, sembra proprio che Tsipras vuole ripartire dalle proposte elleniche, che chiedono minori sacrifici sull’avanzo primario e la rinuncia a tagliare il sociale, per aumentare le tasse. I punti comunque sono fortemente dibattuti e criticati sia sul fronte interno che estero.