“Senza il vostro sostegno (nel voto di stasera) sarà difficile per me rimanere premier”, ha detto Alexis Tsipras ai parlamentari di Syriza, e ha aggiunto: “O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra”, ha aggiunto.
La Commissione Ue ha deciso di proporre l’uso del fondo salvastati Efsm per un programma di breve periodo (il prestito ponte) in favore della Grecia da 7 miliardi, ma alcuni Paesi hanno serie preoccupazioni in merito, e sono quindi da superare delle “difficoltà politiche”, ha detto il vicepresidente Ue, Valdis Dombovskis in una conferenza stampa. “Siamo a conoscenza di serie preoccupazioni da parte di alcuni Paesi non membri dell’Eurozona e stiamo lavorando per soluzioni che proteggano questi Paesi da qualsiasi eventuale conseguenza finanziaria negativa”, ha spiegato il commissario Ue. Alcune capitali, ha spiegato, “hanno serie preoccupazioni e dobbiamo per questo affrontare anche queste difficoltà politiche”.
Intanto, al Parlamento di Atene, il dibattito sul piano di riforme urgenti. Si tratta del provvedimento che, secondo quanto richiesto all’eurosummit, si è concluso con l’accordo in extremis lunedì mattina, e ora deve essere approvato entro la mezzanotte di oggi per far partire il negoziato sul terzo piano di aiuti richiesto dalla Grecia.
Con una lettera indirizzata al premier Tsipras si è intanto dimessa la vice ministro delle Finanze, Nantia Valvani, secondo la quale l’accordo è “insostenibile”, e che l’accordo raggiuto tra Atene e i creditori internazionali, sostenendo che con esso la Germania ha voluto “umiliare completamente il governo e il paese”. Inoltre, Valavani afferma che la “capitolazione” concordata dal governo greco non consente alcuna prospettiva per una ripresa e che “questa soluzione particolare, che viene eseguita in modo così deprimente, non è una soluzione sostenibile”. Il ministro uscente conclude la sua lettera ringraziando il premier Alexis Tsipras per l’opportunità offertale ed esprimendo la speranza che “la lotta” proseguirà.
Si è dimesso anche il Segretario Generale del Ministero dell’Economia, delle Infrastrutture, Maria e Turismo, Manos Manousakis. In una lettera indirizzata a Tsipras e al ministro dell’Economia Giorgos Stathakis, il responsabile afferma che “la politica del governo espressa nel ddl ‘disposizioniurgenti per il negoziato e la conclusione di un accordo con l’Esm’ rende impossibile la mia permanenza in questa posizione.
Ma la metà di Syriza è contro l’accordo: ben 109 membri del comitato centrale su 201 si sono detti contrari alle misure stipulate da Tsipras con l’eurozona. “Il 12 luglio a Bruxelles è stato compiuto un colpo di stato che prova che l’intento dei vertici dell’Europa era quello di annichilire in modo esemplare un popolo, colpevole di aver immaginato un altro percorso alternativo a quello neoliberista dell’austerità estrema. Un colpo di stato che va contro ogni concetto di democrazia e sovranità popolare”. Così recita il documento approvato dai dissidenti della direzione. L’accordo della Grecia è un “nuovo trattato di Versailles”, ha detto l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, intervenendo in Parlamento durante il dibattito sul primo pacchetto riforme presentato dal governo.
Dunque la temperatura ad Atene è davvero incandescente, e il voto cruciale di questa sera in Parlamento potrebbe bocciare le riforme chieste dall’Eurozona entro la mezzanotte, senza le quali il Paese va in bancarotta e rischia di uscire dall’euro.